Ad istanza di un secolo dai ritrovamenti archeologici del barone Gabriele Judica, un nipote Gaetano Judica volle valorizzare turisticamente la zona archeologica. Gaetano Judica si assunse l’onere di spettacoli classici da rappresentare nel teatro acrense. Inoltre raccolse vari reperti archeologici che affiorarono di tanto in tanto in tutta la zona urbana e rurale di Akrai, conseguentemente a lavori agricoli e a ritrovamenti occasionali. In questo modo Gaetano riuscì a collezionare vasi, bronzi ed epigrafi che rispecchiavano la vita del popolo dell’altopiano acrense. In seguito vennero effettuate ad Akrai le esplorazioni nel 1963 e nel 1965.
Akrai e le esplorazioni: la collezione
Anche questa collezione ha corso il rischio di dispersione. Il museo di Lentini conservò questa collezione, grazie a Luigi Bernabò Brea allora soprintendente. Le ricerche di Akrai sono state riprese nel 1963 e nel 1965 con due brevi campagne di scavo. Nel 1963 vi fu una ripresa dell’interesse archeologico quando con la costruzione della strada panoramica si volle appurare “se il tracciato della stessa non pregiudicasse l’integrità del patrimonio archeologico ancora inesplorato”.
Akrai e le esplorazioni: scavi di una serie di piccoli saggi
Gli scavi, iniziati lungo l’asse della futura strada, portarono alla luce frammenti di ceramica, che confermarono l’interesse archeologico che nascondeva questa zona. Lo scavo, eseguito velocemente, non pose le basi per una stratigrafia. Si ebbe cura di accertare soltanto l’esistenza o meno di monumenti sepolti. La presenza di un’opera che meritava un accertamento si era presentata con delle lastre di pietra lavica. La ricerca portò alla luce una pavimentazione stradale in ottimo stato di conservazione, formata da lastre basaltiche poligonali a perimetro irregolare. Questo lavoro portò alla luce la “strada romana”. Ulteriori ritrovamenti vennero alla luce: “avanzi di una canaletta d’adduzione d’acqua piovana e la parte mobile di una macina granaria in buona stato di conservazione”.
Scavi del 1965
Nel 1965, in seguito ad una brevissima indagine di pochi giorni, il personale si propose di accertare l’esistenza del “cardo nella zona degli scavi del 1963. La brevissima eplorazione rilevò i seguenti dati obiettivi, in particolare: 1°: la zona urbana dell’antica Akrai “ha un impianto stradale di tipo ippodameo. 2°: L’asse del decumano è spostato 20° verso S-E. 3°: Il rinvenimento di frammenti di ceramica del tipo “Campana C” a m.1,70 di profondità pone dei problemi di datazione circa la costruzione della strada. 4°: le future esplorazioni archeologiche saranno di estremo interesse dal punto di vista scientifico e turistico.