Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dalla costituzione dell’Associazione “Amici di Giuseppe e Turi Rovella”. Ho intervistato il presidente onorario professore Emanuele Messina e l’attuale presidente Nella Monaco Fancello per ricordare e raccontare la storia dell’Associazione e i programmi odierni.
Professore Messina, com’è nata l’idea dell’Associazione “Amici di Giuseppe Rovella”?
L’idea di fare l’associazione è venuta subito all’indomani dei funerali di Pippo. Era chiaro agli amici e in primis al fratello Turi e alla sorella Nunzia che Pippo aveva lasciata incompiuta la sua opera. Inoltre era evidente che c’erano dei manoscritti da pubblicare, che tanto valore andava messo a disposizione di un vasto pubblico. Una trentina di persone, amici e conoscenti davanti al notaio Pantano, nel suo studio a Siracusa diedero vita all’Associazione. Fu nominato il consiglio direttivo. Presidente Turi Rovella, vice presidente Emanuele Messina, segretario Nella Lucia Monaco, tesoriere Carlo Monaco.
Quali sono i suoi ricordi relativi all’inizio dei lavori?
Certamente quando nasce una nuova creatura c’è tanto entusiasmo, curiosità, progetti. Poi avviene una scrematura, alcuni si pongono alla finestra, altri si mettono al lavoro e lo continuano per molti anni Turi Rovella coadiuvato da Paolo Santoro lavorarono, da subito, a fare l’inventario dei beni librari, più di 2000 volumi, altri si occuparono di visitare l’archivio che Pippo aveva lasciato in ordine. Più volte me lo aveva detto “nel mio archivio potrà leggervi anche un bambino”. Mi sembrò una consegna per il futuro, assieme a quell’altra comunicazione: “Chissà cosa farete per me voi amici”. Era una premonizione della sua improvvisa dipartita? Alcuni progetti, suggeriti nei primi tempi, si cercò di realizzarli.
L’Associazione poi è stata chiamata “Amici di Giuseppe e Turi Rovella”
La sorella Nunzia, dopo la morte anch’essa prematura, del fratello Turi, 10 anni dopo quella di Pippo, premette affinché l’Associazione assieme al nome di Pippo portasse anche quello di Turi. Qualche amico avanzò qualche perplessità considerato che così facendo si chiamavano in causa i figli di Turi che avrebbero, potuto, in futuro, creare qualche problema. Non finché c’era Nunzia, ovviamente. Comunque l’Assemblea il 18-12-2000 votò a favore della integrazione, per cui l’Associazione fu intitolata a Giuseppe e Turi Rovella.
Quali sono stati i motivi che l’hanno indotto a pubblicare gli scritti inediti di Giuseppe Rovella?
La pubblicazione degli inediti rientrava fra gli impegni primari dell’Associazione, assieme ai dibattiti, conferenze, iniziative di coinvolgimento e ogni iniziativa che facesse uscire l’opera di Pippo verso più ampi orizzonti. E quando un resoconto dell’opera dell’Associazione potrà essere stampato e diffuso ci si renderà conto di quante iniziative siano state realizzate, di quanto lavoro sia stato fatto. Sono stati dati alle stampe gli inediti. Precisamente: I due volumi dei racconti, uno Asvamedha, pubblicato nel 1997 da Utopia edizioni di Chiaramonte Gulfi che raccoglie 15 racconti; l’altro, Inizio d’amore pubblicato da Studi Acrensi nel 2007, raccoglie venti racconti già pubblicati, vivente Pippo, in varie riviste. La vigna di Nabot pubblicato nel 2013, a cura della nostra Associazione. Il nostro mons. Giuseppe Greco ha completato l’opera rimasta incompiuta. Inoltre la nostra Associazione nel 2016 ha pubblicato il romanzo “Il Rocchetto della Solidago.
Un ricordo della sorella di Giuseppe e Turi, la signorina Nunzia
Ricordo con affetto la signorina Nunzia, fu il sostegno non solo economico dell’Associazione, fu anche animatrice di tante iniziative. Donna volitiva, ricca di amicizie e come il fratello Turi, affezionata al nostro dialetto; era una miniera di proverbi, mottetti, barzellette. Coinvolse attivamente nell’Associazione gli estimatori del fratello, specialmente nel concorso letterario che vide tanti nomi famosi del mondo letterario nazionale. Dalla morte di Turi e fino a che visse, fu mia ottima collaboratrice e sostegno per i 20 anni della mia presidenza dell’Associazione.
Presidente Nella quali sono i suoi ricordi dell’Associazione Amici Giuseppe e Turi Rovella?
Il prof. Rovella è stato il mio insegnante di filosofia al liceo. La sua scomparsa improvvisa mi lasciò impressionata ed esterrefatta, anche perché ci eravamo incontrati appena qualche giorno prima al Corso, durante una passeggiata. Circa un anno dopo, per espressa volontà della sorella Nunzia, nacque l’Associazione che avrebbe assunto l’onere, ma soprattutto l’onore, di ricordare il professore, diffondendo la conoscenza delle sue opere. Lo scopo dell’Associazione è stato quello di pubblicare gli scritti inediti, curare le nuove edizioni delle pubblicazioni già esistenti e indire convegni di studio, conferenze, dibattiti e iniziative con l’intento di “diffondere ulteriormente le sue idee e i suoi scritti” (art. 2 dello Statuto).La mia adesione non è avvenuta al momento della costituzione dell’Associazione, ma solo qualche tempo dopo. Ricordo che le prime riunioni si tenevano proprio nella casa del prof. Rovella.
Oggi quali progetti l’associazione ha ideato per valorizzare la figura di Giuseppe Rovella?
Agli inizi l’Associazione assegnava annualmente un premio letterario legato agli scritti e al pensiero di Rovella, al quale partecipavano diversi giovani, universitari e anche professionisti. Una commissione di esperti esaminava e premiava i vincitori, in genere all’interno di incontri e convegni ai quali partecipavano personalità di rilievo nel campo letterario. Nel corso degli anni, anche quando non assegnavamo il premio, si continuò con incontri e convegni. Eventi che coincidevano con la presentazione di libri inediti del professore, che l’allora Presidente, il prof. Emanuele Messina, si premurava di pubblicare. Con la morte di Turi, l’Associazione venne intestata anche a lui. L’Associazione ricorda puntualmente la morte di Rovella con varie manifestazioni. Tra di esse, un concorso di pittura che ha riscontrato una notevole partecipazione, e convegni su temi sociali, religiosi e culturali.
Quali eventi ha progettato l’Associazione?
Dal maggio 2017, il prof. Messina ha lasciato la Presidenza dell’Associazione e l’Assemblea mi ha eletta Presidente. È un impegno che si è preannunciato certamente notevole, certamente non semplice, almeno per me. Da allora, anche grazie all’aiuto di amici e componenti del direttivo e in collaborazione con altre associazioni locali, come l’Archeoclub e l’I.S.A., abbiamo organizzato alcune presentazioni di libri, tra le quali La Sicilia è un’isola per modo di dire di Mario Fillioley, Sicilia terra di geni di Mario Grasso e Camicette bianche di Ester Rizzo.
Attualmente come si svolgeranno le conferenze organizzate precedentemente?
Avevamo già stilato un programma di eventi per i mesi di marzo aprile e maggio, tra i quali la presentazione del nuovo libro di Ester Rizzo, Donne disobbedienti e Giuseppe Rovella un filosofo palazzolese del nostro tempo, Turi Rovella, poeta di Luisa Santoro, pensando anche a un incontro con le scuole sullo stesso libro, con lo scopo di far conoscere meglio la figura di Rovella ai giovani. Avevamo iniziato anche una collaborazione con la Biblioteca Comunale di Palazzolo, c’erano in cantiere anche diversi progetti, ma il blocco improvviso legato al COVID19 ci ha imposto di rinviare tutto a tempi migliori. Inoltre, prima della chiusura, avevamo dato la nostra disponibilità ad aderire al nascente Polo Culturale Ibleo, promosso dal Centro Studi Iblei, che ha l’obiettivo di mettere in contatto e in collaborazione le principali realtà associative culturali del territorio.
Forse si potranno organizzare in videoconferenze?
Se non si sistemano un po’ le cose, finché non avremo un pubblico che può seguire la conferenza e/o interagire con i relatori che magari utilizzeranno diapositive o documentari a supporto, potremmo certamente pensare a delle videoconferenze, anche se non potrebbero mai avere lo stesso impatto degli incontri dal vivo tra pubblico e relatori.