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Chiara e la vita in Danimarca ai tempi del virus

Chiara Lo Zito che da Palazzolo si è trasferita in Danimarca
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Tra i tanti palazzolesi che vivono all’estero e di cui vi stiamo raccontando in questi mesi di emergenza, c’è anche Chiara Lo Zito. Lei vive a Copenhagen in Danimarca dall’agosto del 2018. Studia e lavora lì e in questi giorni sta affrontando, anche lei lontana da casa, l’emergenza che stiamo vivendo a causa del Covid 19. Abbiamo pensato di contattarla e di intervistarla per farci raccontare la sua esperienza.

Chiara in quarantena dal 10 marzo

“Qui in Danimarca siamo in quarantena dal 10 marzo più o meno – racconta -, e da quel giorno sto esclusivamente lavorando da casa. La Danimarca sin da subito ha chiuso la frontiera e ha implementato delle restrizioni abbastanza severe. Sconsigliando sin da subito l’utilizzo dei mezzi di trasporto e ne ha anche ridotto la frequenza. Siamo liberi di uscire ma è vietato formare gruppetti e se dovesse succedere la polizia fa la multa”. Hanno riaperto solo gli asili.

Chiara Lo Zito tra le abitazioni tipiche della Danimarca
Chiara Lo Zito durante una delle sue giornate in Danimarca prima delle restrizioni

La vita continua nonostante le restrizioni

“La vita continua – dice Chiara – come nella normalità per me perché non sono il tipo che esce molto soprattutto d’inverno. Quindi l’ultimo mesetto non è stato male. Purtroppo però nel frattempo è arrivata la primavera e le giornate sono lunghe, e dispiace dover stare a casa. In più hanno chiuso la palestra dove vado spesso sin dall’inizio della quarantena, e questo per me è stato un grande cambiamento. Amo allenarmi, faccio tessuti aerei, un’arte circense e mi pesa non poterlo fare”. “Per il resto quando ho del tempo libero leggo, leggo tantissimo, o dipingo, o faccio dei dolci – aggiunge -. In più io e il mio ragazzo conviviamo e abbiamo comprato tanti giochi da tavola per evitare di guardare la tv tutto il giorno, e allenare la mente. I giochi da tavola in Danimarca sono un anello portante della cultura”.

La lontananza da casa in questo complicato periodo

“Non ho pensato di tornare a casa in Italia neanche un attimo – racconta Chiara – perché ho la fortuna di trovarmi in un paese con un sistema sanitario ottimo e con una popolazione molto minore rispetto all’Italia, quindi più facile da gestire. Tornare in un momento così critico significherebbe mettere a rischio la mia famiglia, considerando che dovrei fare scali in vari aeroporti e quindi aumentare il rischio di contagio. In più contribuirei a mettere pressione sul sistema sanitario italiano che di certo al momento non se la passa troppo bene. Credo che se avessi deciso di tornare a casa proprio ora sarei stata egoista.

Chiara Lo Zito si è trasferita a Copenaghen
Da Palazzolo alla Danimarca Chiara Lo Zito studia e lavora a Copenaghen

Mi manca la mia famiglia e questo è ovvio, ma non per questo ho il diritto di mettere in pericolo le loro vite, e in più i miei nonni sono anziani e molto vulnerabili e questo mi spaventa. Inoltre, sono andata via di casa per la prima volta a 16 anni. A casa non saranno strafelici ma direi che si sono abituati alla mia assenza, e per fortuna la tecnologia ci permette di stare vicini in momenti come questi, senza compromettere la salute”.

Un impegno tra studio e lavoro per Chiara

Dall’agosto del 2018 Chiara vive in Danimarca. E’ al secondo anno della specialistica in Economia ambientale e delle risorse naturali, all’università di Copenaghen. “Ho finito tutti gli esami a gennaio e già da mesi sto scrivendo la tesi – spiega – che dovrei consegnare ad agosto, anche se per via del virus ci hanno esteso la scadenza di un mese, quindi si vedrà. Oltre a scrivere la tesi lavoro come tirocinante per un’azienda che si chiama Startup Guide e si occupa di pubblicare libri sull’ecosistema imprenditoriale personalizzato per città/nazione. Aiutando chi vuole fondare una startup e non sa da dove iniziare.

Chiara Lo Zito mentre pratica lo sport
Tra le attività sportive Chiara pratica “Tessuti aerei”

Inoltre, l’anno scorso ho fondato io stessa la mia startup, si chiama Second Chance, con l’intento di recuperare i capi di abbigliamento che vanno buttati per via di difetti di fabbrica, ripararli e rivenderli, evitando così uno spreco di risorse inutile. La mia startup è in un momento di stand-by per forza di cose, ma spero di rimettermi a lavorare il più presto possibile”. 

La vita all’estero l’ha cambiata

“Da questa esperienza in Danimarca posso dire che sono molto cambiata – sottolinea Chiara-. Sono cresciuta è ho trovato una casa, un paese che mi tratta come dovrebbe, un posto dove gli sforzi sono riconosciuti e fare bene è gratificante. Non mi ci è voluto molto a capire che è qui dove voglio vivere, farmi una famiglia, e crescere i miei figli. E spero che un giorno anche i miei genitori mi seguiranno, loro lo sanno quanto mi renda felice vivere qui, ed è solo grazie a loro”.

Il suo messaggio per i giovani e per chi la conosce

“Chi mi conosce non ha bisogno di essere tranquillizzato – osserva-. Sanno tutti che nessun posto è come casa ma che i sacrifici vanno fatti e che un futuro migliore ce lo meritiamo tutti. I miei amici sanno che sono felice anche se lontana e che casa è a casa, e io a casa tornerò sempre“.

Chiara e la vita in Danimarca ai tempi del virus ultima modifica: 2020-04-16T09:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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