Ha guidato la parrocchia di San Sebastiano per quasi cinquant’anni e per Palazzolo è una vera e propria istituzione. Adesso lascerà l’incarico di parroco per godersi un po’ di riposo. Ma celebrerà nella chiesa di San Francesco ogni mattina alle 9. Don Angelo Caligiore domenica sera celebrerà per l’ultima volta, da parroco, nella basilica di San Sebastiano. Un ruolo che in questi anni ha ricoperto con fermezza, impegno, con non poche difficoltà, ma soprattutto con tanta fede. A lui si devono tanti cambiamenti avviati negli anni nella parrocchia, ma anche nella vita comunitaria del paese. Abbiamo pensato di incontrarlo e di farci raccontare qualcosa di lui e di questi anni. E lo abbiamo invitato a lasciare un messaggio alla comunità parrocchiale e a tutta Palazzolo.
Don Angelo Caligiore dal 1972 a Palazzolo
Padre Caligiore ha 77 anni ed è stato nominato parroco di San Sebastiano nel 1972. Ordinato sacerdote nel 1967, per alcuni anni è stato al servizio dell’Arcidiocesi di Siracusa per la quale si era occupato di promuovere le vocazioni sacerdotali. Per poi essere scelto alla guida della parrocchia del suo paese. Un incarico che è durato fino a quest’anno. Un impegno importante durato una vita. “Sono contento di essere stato qui – racconta – dei collaboratori che ho avuto, dei parrocchiani, del popolo di Dio, del comitato festa e dei giovani che sono cresciuti in questa parrocchia. Penso a molti di loro che hanno giocato nella terrazzina, nella sala giochi”.
Don Angelo Caligiore al suo arrivo a San Sebastiano trovò una “Chiesa aperta”
Se il suo primo pensiero va ai tanti volti incontrati in questi anni, nel suo percorso nella memoria e nei ricordi, don Angelo Caligiore non dimentica quando mise piede da parroco a San Sebastiano. “Mi ricordo che quando arrivai – spiega – ho trovato una chiesa aperta. Perché c’erano già tante persone che venivano ed erano impegnate. C’era l’Azione cattolica adulti, quella dei giovani, i catechisti. E proprio questa idea di chiesa aperta che penso di star lasciando. Una chiesa impegnata”.
Il rapporto con la devozione per San Sebastiano e la festa nelle parole di don Caligiore
Si deve a don Angelo Caligiore anche la determinazione in tante scelte adottate per la festa di San Sebastiano. All’interno del comitato ha sempre avuto un ruolo decisivo e importante nelle decisioni portate avanti in questi anni. E di certo i contrasti non sono mancati, anche con gli stessi parrocchiani. “Ho sempre notato il desiderio della gente di vedere la festa e di farla – aggiunge -. La libertà di molti nel dare le offerte, la voglia di abbellire i balconi per la festa. Sono esempi di come il popolo di Dio ha vissuto e vive l’appuntamento della fede, della devozione per San Sebastiano”.
Tanti i cambiamenti in questi anni anche nel modo di vivere la propria fede tra i parrocchiani che ha incontrato. E lui ha cercato sempre di incoraggiare e sostenere i fedeli, anche nei momenti di maggiore sconforto. “Durante una predica, credo dieci o vent’anni fa – rivela – ho detto di aver capito una cosa importante. Anche se tutti i cittadini perdono la fede, io ho il dovere di conservarla. Io ho ancora fede. Per questo lascio una chiesa aperta”.
I tanti cambiamenti nella basilica e nella vita della comunità palazzolese
Don Angelo Caligiore è stato poi testimone dei tanti lavori che sono stati realizzati in questi anni nella parrocchia. Gli interventi per la messa in sicurezza dell’edificio sacro, durati per molto tempo, ma anche gli ultimi che hanno portato alla sistemazione dei locali attigui alla basilica.
E si devono a lui anche tante iniziative proposte per la vita comunitaria dei palazzolesi. Anche perché al suo arrivo alla guida di San Sebastiano, a Palazzolo era uno dei sacerdoti più giovani. “Alla fine degli anni Settanta – osserva– ho promosso la Scuola biblica a San Sebastiano. Ed era un’iniziativa aperta a tutto il paese. E poi le processioni interparrocchiali come quella del Corpus Domini che abbiamo organizzato con gli altri parroci e che sollecitavo io a fare insieme. Il pellegrinaggio di luglio alla Madonna delle Grazie che continua tuttora o la festa della Madonna Odigitria che prima si faceva la domenica dopo Pasqua adesso alla fine del mese di maggio”.
La fede salda anche ai tempi dell’emergenza Covid
L’insediamento del nuovo parroco destinato a San Sebastiano, don Salvatore Randazzo, doveva avvenire a marzo. Ma l’emergenza dovuta al Covid 19 ha rivoluzionato anche la vita ecclesiale. Questi due mesi di quarantena don Angelo Caligiore li ha vissuti intensamente e con spirito di servizio. “Ogni giorno vedevo in televisione la messa del Papa – racconta -. E ho imparato che bisogna custodire la legge di Dio e osservare la legge dello Stato. Così ho imparato a celebrare la messa anche da solo. Ed è giusto obbedire a queste disposizioni. Anche a me è successo di stare a casa due mesi senza poter uscire a causa di un incidente che avevo avuto. Ma ho imparato che la fede deve essere conservata sia nei giorni felici che in quelli dolorosi”.
In questi giorni si è misurato anche con le disposizioni imposte per la Fase 2: ha celebrato con la mascherina, come testimoniano le foto scattate dal fotografo palazzolese Paolo Gallo. E siamo sicuri che, anche se le difficoltà non sono mancate, ha obbedito alle regole con lo stesso spirito di servizio di sempre.
Nessun rimpianto solo il desiderio di servire
L’obbedienza e il desiderio di servire hanno sempre accompagnato gli anni di sacerdozio di don Angelo. Non ha avuto rimpianti dice “non mi sono mai posto il problema – sottolinea –. Ho tentato sempre di accogliere e rispondere alle domande che mi sono state poste. Ho anche evitato di proibire i funerali a chiunque. Perché il Signore è morto per i peccatori e la chiesa è viva per i peccatori e per i non peccatori”.
Domenica il saluto alla comunità nell’ultima celebrazione da parroco
Domenica sera ci sarà alle 18,30 la celebrazione che chiude questi quasi 50 anni alla guida della parrocchia di San Sebastiano. La chiesa da alcuni giorni ha riaperto alle celebrazioni dei fedeli. In base alle disposizioni sul distanziamento sociale sono stati stabiliti i posti a sedere. Inoltre affissi avvisi con le regole di comportamento da tenere. E in una chiesa che ha una lunga storia alle spalle questo il messaggio che don Angelo lascerà. Anche se il suo non è di certo un addio. “Vorrei tanto – dice – che in ogni casa ci sia sempre un tempo nella quotidianità per pregare insieme tutti i giorni e per tutta la vita”.