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Don Francesco Mangiafico alla guida di San Michele

Don Francesco Mangiafico

Si concludono i nuovi insediamenti parrocchiali a Palazzolo. Per circa due settimane vi abbiamo raccontato le tappe dell’avvicendamento tra sacerdoti nella parrocchia di San Sebastiano. Cambiamenti che a causa dell’emergenza Covid 19 sono avvenuti solo a fine maggio. Gli avvicendamenti erano stati fatti dall’arcivescovo di Siracusa nei mesi scorsi. Ma la quarantena ha obbligato un po’ tutti ad aspettare. E dopo l’insediamento del nuovo parroco di San Sebastiano, adesso è la volta della parrocchia di San Michele. Questa guidata per tredici anni da don Salvatore Randazzo, nuovo parroco di San Sebastiano, attende domenica la presa di possesso di don Francesco Mangiafico. Lui giovane sacerdote della diocesi guiderà la parrocchia da domenica. Lo abbiamo intervistato per farci dire quali saranno i suoi primi impegni. E soprattutto per farlo conoscere alla comunità palazzolese.

Don Francesco Mangiafico alla guida di San Michele
Un sacerdote alla prima esperienza di parroco

Don Francesco Mangiafico questa sarà la prima esperienza come parroco. Cosa si aspetta?

“In effetti sarà la mia prima esperienza come parroco. Devo dire che non poteva esserci Parrocchia migliore! Cosa mi aspetto? Preferisco non avere delle aspettative, ma desidero vivere nella quotidianità, giorno dopo giorno. Tutto ciò che il Buon Dio mi permetterà di sperimentare, nella logica del servizio per crescere nella Carità. Nella piena consapevolezza delle responsabilità che dovrò assumermi nell’esercizio della cura pastorale, in piena comunione col Vescovo, della porzione del Popolo di Dio affidatami. Cercherò di essere un parroco per la gente, tra la gente, con la gente“.

In molti non la conoscono. Don Mangiafico è un giovane sacerdote. Ci parli del suo percorso

“Sono un sacerdote giovane, ma non di età. La mia esperienza vocazionale inizia ben 19 anni fa! Fu allora che iniziai il cammino di discernimento, con l’ingresso in Seminario, ma interruppi il mio cammino di formazione qualche anno dopo. Perché? Col tempo ho capito che ogni situazione di vita va vissuta e maturata. Semplicemente non era quello il tempo! Nel corso degli anni il disegno di Dio iniziava a prendere sempre più forma. Era sempre più chiara la strada da intraprendere, cresceva sempre di più il mio amore per la Chiesa. Hanno decisamente inciso gli anni spesi nel servizio associativo in Azione Cattolica, sia in Diocesi che in Parrocchia (Chiesa Madre, Floridia). Anni belli, che hanno segnato la mia vita, che mi hanno permesso di sperimentare la bellezza di una Chiesa che è Madre, di una Chiesa da servire.

L'arcivescovo Pappalardo e don Francesco Mangiafico
Il momento dell’ordinazione sacerdotale con l’arcivescovo Pappalardo

Ma il Signore non aveva finito di stupirmi! Perché arriva un dono inaspettato: il Progetto Policoro. Altra tappa significativa che, oserei dire, segna in maniera decisiva il mio essere un laico corresponsabile. Ma mancava qualcosa. Il Signore ha bussato ancora una volta alla porta del mio cuore ed ecco che dopo la GMG di Madrid (2011) mi ritrovo sul lago di Galilea e il Signore passava da lì. Ed ecco che dall’ottobre del 2013, mi ritrovo in Seminario. Terminato il percorso formativo, il 30 giugno 2018, insieme ai miei “compagni di viaggio” Daniele, Luigi e Paolo, sono stato Ordinato. Questa è la mia storia“.

Ha avuto un ruolo importante nella sua formazione padre Loterzo. Don Mangiafico che ricordo ha di lui?

“Cosa dire di lui! Si potrebbe e si dovrebbe dire tanto, ma non è semplice riassumere in poche righe chi era don Antonino Loterzo. Ho imparato a conoscerlo negli anni e mi piace dire che siamo cresciuti insieme. In tutta onestà posso affermare che è stato sempre attento e premuroso. Si prendeva cura degli altri, dai più piccoli ai più grandi, con distinta gentilezza e pacatezza. È stato un sacerdote in cammino, in movimento, senza orari, pronto a dire sempre “Eccomi!”, una persona umile e generosa, caparbia e testarda al punto giusto.

Don Antonino Loterzo e don Francesco Mangiafico
Nella vita e nelle formazione di don Francesco ha avuto un ruolo determinante don Loterzo

A volte eccessivamente timido ma sempre pronto al dialogo. Non sempre è stato tutto rose e fiori, a volte avevamo punti di vista diversi. Non sono mancate le “acchiappatine”, ma un abbraccio ha sempre chiuso ogni nostro confronto. Con lui ho avuto un rapporto leale, aperto, sincero e rispettoso, ed è stato un punto di riferimento. Con affetto lo ricorderò come un Padre divenuto, seppur per poco tempo, Confratello!

A Palazzolo ci sono molte feste dedicate ai santi. Tra cui San Michele. Come pensa di affrontare queste tradizioni?

Chiaro il messaggio di don Francesco Mangiafico. “La risposta è semplice: sono tradizioni che vanno rispettate, mantenute, curate ed anche migliorate. Mi permetto di ricordare quanto dice Paolo VI, nella Evangelii Nuntiandi al n.48, a proposito della religiosità popolare. «Se è ben orientata, soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione, è ricca di valori. Essa manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere; rende capaci di generosità e di sacrificio fino all’eroismo, quando si tratta di manifestare la fede; comporta un senso acuto degli attributi profondi di Dio: la paternità, la provvidenza, la presenza amorosa e costante; genera atteggiamenti interiori raramente osservati altrove al medesimo grado: pazienza, senso della croce nella vita quotidiana, distacco, apertura agli altri, devozione. A motivo di questi aspetti, Noi la chiamiamo volentieri “pietà popolare”, cioè religione del popolo, piuttosto che religiosità».

E’ anche assistente diocesano dei giovani di Azione cattolica. Cosa vorrebbe fare per rilanciare l’associazione a Palazzolo?

“Tutto ciò che sarà possibile fare. Non dipende solo da me. Da parte mia dico che la disponibilità al dialogo, al confronto, per crescere nell’esercizio della corresponsabilità, c’è tutta. Sia la mia esperienza di vita che quella ecclesiale mi portano a dire che ogni azione pastorale deve essere ben valutata, meditata, condivisa e poi adottata. La comunione è l’elemento fondante! Quindi se ci saranno le condizioni che ben venga la scelta associativa, quale strumento di cammino di fede, personale e comunitario”.

Quale messaggio alla Comunità parrocchiale che sta per accoglierla e a tutta Palazzolo?

“Faccio mie le parole di San Paolo alla comunità di Corinto (1Cor 12, 4-13). «Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede“.

E ancora, ricorda don Francesco Mangiafico, le parole ai Corinzi “A un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito». Chiedo al Signore che questo possa diventare il nostro stile di vita ecclesiale“.

Don Francesco Mangiafico alla guida di San Michele ultima modifica: 2020-06-05T09:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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