Abbiamo spesso parlato dell’importanza della rete tra musei. Parlando, in particolare, dei musei di Buscemi e di Palazzolo che nel solco della tradizione hanno avviato un progetto comune. E così che si è concretizzato nei mesi scorsi l’Ecomuseo che raggruppa le due strutture. Con un obiettivo comune: promuovere i tesori della cultura contadina che vi sono custoditi. Adesso un nuovo traguardo. L’Ecomuseo i luoghi del lavoro contadino cresce con altre donazioni e si avvia verso il completamento strutturale.
Ecomuseo i luoghi del lavoro contadino e la rete
Un importante traguardo di questo percorso è stato giorno 18. Nella Galleria di Palazzo Bellomo di Siracusa, alla presenza della dottoressa Rita Insolia, direttrice della Galleria, del geometra Speranza, ufficiale rogante, Rosario Acquaviva del museo di Buscemi, e la signora Zocco, testimoni, e il geometra Sanzio, procuratore, è stato firmato l’atto di donazione del “Palmento” unità museale facente parte dell’Ecomuseo “ I luoghi del lavoro contadino e dell’artigianato”, al Museo Regionale “Casa museo Antonino Uccello” di Palazzolo Acreide.
“Un gesto di grande sensibilità culturale della Signora Rosa Maria Giacomarra, proprietaria dell’immobile, e di tutta la famiglia – dice Acquaviva -. La quale ha voluto lasciare una testimonianza indelebile a Buscemi, che ha visto i natali della mamma Russo Giacomarra Sebastiana, molto legata allo stesso. Un gesto che fa seguito a un altro, altrettanto lodevole e degno di apprezzamento, siglato da Padre Paolo Randazzo con la donazione, sempre alla “Casa museo Antonino Uccello”, dell’immobile che contiene la “Bottega del falegname”.
La donazione di spazi dell’Ecomuseo i luoghi del lavoro contadino alla Casa museo di Palazzolo
Sostanzialmente si è condiviso un percorso di donazione già precedentemente tracciato. Con la volontà di donare al Museo Regionale “Casa museo Antonino Uccello” tutte le collezioni presenti nelle dieci unità museali. Di cui sono proprietari Acquaviva e la moglie, in parte già avvenuto e a breve in fase di conclusione. Con la condizione che il Museo “ I luoghi del lavoro contadino”, così come strutturatosi nel tempo, non venga mai intaccato e che tutto il materiale rimanga sempre a Buscemi.
La sinergia nell’ottica dell’Ecomuseo
“Non è stata una scelta casuale, né tanto meno dettata da un calcolo opportunistico – aggiunge -. Di ancoraggio a un Museo che costituisce la pietra miliare nella museografia etnografica della Sicilia orientale e non solo. Non vi era alcuna motivazione, ma a ragion veduta, profondamente legata a un obiettivo ben preciso. Creare sinergia, fare sistema tra due strutture che si guardano a distanza, come se fossero in un unico paese. Risultato di una rappresentazione della cultura popolare sostanzialmente diversificata. Essi delineano due momenti di particolare interesse nella storia della museografia isolana, con una prerogativa unica: la complementarità”.
Due strutture complementari
“Due tasselli importanti – sottolinea Acquaviva – dai quali partire per una lettura diacronica e sincronica della dinamica socio-economica e culturale del territorio ibleo. Il futuro ipotizzabile del Museo di Buscemi è insito nella sua espressione museografica di itinerario intercomunale. Fondato sull’interpretazione e valorizzazione in situ, non si può non leggere nella mai interrotta collaborazione scientifica e culturale con la Casa museo. E soprattutto nella complementarità che lega le due strutture, di cui il mulino ad acqua “Santa Lucia” costituisce l’anello di congiunzione. Solo insieme, infatti, consentono una lettura esaustiva del secolare rapporto uomo-terra, tipico del mondo contadino dell’Altipiano ibleo. La masseria, cellula socio economica propria del territorio ragusano e di Palazzolo Acreide e la pendolarità dell’attività lavorativa. Essa specifica della parte orientale degli Iblei, dove il paese diventa il punto di riferimento, e il paese-museo di Buscemi la rappresenta in tutte le sfaccettature”.
Un patrimonio ricco da valorizzare
Una proposta integrata dei due musei, attraverso la collaborazione tecnico-scientifica per Acquaviva, ma anche il coordinamento di percorsi espositivi, attività culturali e promozionali. Un interscambio di risorse umane, attività laboratoriali, esperienze professionali, documenti e materiale didattico. Questo non può non costituire un valore aggiunto di grande spessore per la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del territorio. “Una spinta non indifferente per lo sviluppo sostenibile dello stesso – rileva – e per una risposta accattivante ad un trend turistico in crescita: il turismo esperienziale”.