“San Paulu maccia d’addauro spina pungenti, nun muzzicari a mia e manu la genti”: una cantilena che molti palazzolesi ricordano, una frase che ha del mistero e crea suggestione. E’ quella legata alla tradizione (festa) di San Paolo, patrono di Palazzolo, e ai “cerauli” personaggi che nati nella notte tra il 24 e il 25 gennaio avevano doti naturali, come quella di curare dal morso di una serpe o di domare, tenendoli semplicemente in mano, serpenti e scorpioni. Una tradizione che a Palazzolo è ancora viva anche se solo nella memoria dei tanti devoti del santo patrono. Negli anni sono infatti sparite tante usanze come l’entrata degli animali in chiesa per ricevere benedizione o le mucche offerte in dono per grazia ricevuta o la lingua a strascico sul pavimento per chiedere una grazia.
Oggi la festa del patrono è una di quelle più note tra le antiche tradizioni del comune montano: fede e folclore, devozione e religiosità accomunano non solo gli abitanti del quartiere ma anche i tanti palazzolesi, anche sparsi per il mondo che sono legati a questo santo.
La festa nel mese di giugno inizia il 27 con la tradizionale serata alla villa, anche se da alcuni anni i festeggiamenti vengono anticipati a giorno 26 con l’accensione delle luminarie in piazza e nelle vie vicine. La vigilia, giorno 28, si svolge il tradizionale giro di gala per il paese con sbandieratori, bande musicali e picchetti a cavallo, che preannuncia il momento più emozionate la “svelata” della statua di San Paolo tra le invocazioni e le preghiere dei devoti.
La mattina del 29 c’è il giro del pane, con la raccolta e poi la vendita della “Cuddure” pani tipici di San Paolo, tradizioni legate al momento della mietitura. Alle 13 la tradizionale “Sciuta” della vara delle reliquie e di quella del santo, portata a spalla nuda dai devoti e seguita dalle donne in viaggio scalzo. Il tutto tra uno spettacolo di fuochi d’artificio e di “nzareddi”, listarelle di carta colorata che in pochi istanti ricoprono tutta la piazza. Durante tutto il giro si ripete il rito della denudazione dei bambini offerti al santo. La processione fa poi il giro di quella che era la Palatiolum medievale. In serata la processione per il paese del fercolo del santo e al rientro in piazza lo spettacolo pirotecnico. La festa dura poi un settimana con le celebrazioni liturgiche in parrocchia, fino all’ottava, giorno 6, quando il santo viene portato in corteo la sera e al rientro in chiesa c’è la velata della statua che verrà custodita nella sua “cameretta” sull’altare, fino al mese di gennaio.