Tra i personaggi di spicco provenienti da Palazzolo Acreide emerge il nome di Giuseppe Rovella. Si tratta di un esponente della cultura filosofica e drammaturgica del nostro contesto italiano che si è fatto conoscere anche oltre i confini della sua città. Autore di diversi saggi, poesie e romanzi, integrò il suo ruolo di scrittore con quello di insegnante nella sua città d’origine, per poi concentrarsi anche su temi religiosi e filosofici che tanto lo caratterizzarono. Scopriamo chi era Giuseppe Rovella, in tutte le sue sfaccettature.
Chi era Giuseppe Rovella?
Protagonista di molti convegni culturali, Giuseppe Rovella è rimasto nel cuore e nella storia della sua città, Palazzolo Acreide. Nato nel 1926, non ha mai nascosto la sua passione per l’estetica e la filosofia, riuscendo a laurearsi con successo nel 1948 e cominciando una carriera ricca di successi. I temi filosofici e mistici erano ciò che lo attraevano maggiormente. Sono questi argomenti che lo spinsero alla stesura della sua vera e propria opera di esordio “L’uomo, una filosofia”, manifesto a favore dell’autocoscienza contro la metafisica.
Ben presto i suoi interessi si diversificarono, spostando la sua attenzione dagli argomenti di filosofia a quelli di religione. Affrontò la figura di Gesù in modo realistico e talvolta drammaturgico, con riferimenti continui ai passi biblici. Il testo più famoso in questa fase fu “Vita di Gesù”, che analizza i tratti di una vita emblematica vissuta con passione.
Ricordiamo Rovella con le sue opere
Abbiamo citato il primo e l’ultimo dei suoi grandi scritti, ma Giuseppe Rovella nel corso della sua carriera ebbe modo di farsi conoscere attraverso diverse opere. Possiamo suddividere la sua eredità in due periodi: filosofico e religioso. Nel primo si dedicò alla scrittura di Deneb, romanzo in cui si evidenzia l’attaccamento verso la famiglia e le sue radici; L’errore del cerchio, romanzo introspettivo e profondo; La fattoria delle Querce, dove si esprime chiaramente il suo pensiero, non sempre di facile lettura.
La seconda fase di stampo religiosa, o cristica come lui stesso amava definirla, comprende scritti dedicati a Gesù, Maria e altri personaggi della Bibbia. L’ora del destino, L’angelo e il Re, Le Madri, Asvamedha, Inizio d’Amore e la Vigna di Nabot sono parte di una cultura a tratti mistica e a tratti poetica. Descrivono il suo essere così meditativo e sempre alla ricerca di un senso profondo nella vita e anche oltre. Il suo vissuto si intreccia con questi pensieri e rende le sue opere il segno indelebile di una cultura difficile da comprendere ma pur sempre attuale, con temi ricorrenti anche oggi, a distanza di un secolo dalla sua nascita.