Un tema di cui spesso abbiamo parlato e che adesso diventa realtà. E’ stato firmato il 10 settembre a Siracusa nella sede della Galleria regionale di palazzo Bellomo l’atto di donazione di 2733 beni demoetnoantropologici conservati a Buscemi. Il progetto voluto in questi anni dal fondatore del Museo “I luoghi del lavoro contadino” Rosario Acquaviva diventa così realtà. I beni del museo di Buscemi una grande ricchezza per consolidare la rete con Palazzolo e il museo Antonino Uccello. Nonché l’Ecomuseo.
I beni del museo di Buscemi, cosa racchiude la raccolta
Nel museo di Buscemi sono custodite le antiche testimonianze della tradizione contadina. I beni donati alla Regione fanno parte dell’ecomuseo di interesse regionale “I luoghi del lavoro contadino”. In particolare la bottega del falegname, sale espositive dell’ex sede comunale, casa del bracciante, bottega del calderaio, palmento, casa del massaro, bottega del calzolaio e del conciabrocche e ciclo del grano. A firmare l’atto Acquaviva e la moglie Franca Vitrano, in presenza di Rita Insolia, direttore della Galleria Bellomo da cui dipende il museo Antonino Uccello di Palazzolo. I beni, così, sono stati donati alla Regione, Assessorato regionale per i Beni Culturali. Faranno parte del patrimonio della Casa museo “Antonino Uccello” di Palazzolo Acreide. In base all’intesa firmata la Regione si impegna a mantenere immutate l’attuale collocazione delle collezioni nonché la struttura museografica in cui le stesse sono conservate.
Il ricco tesoro custodito a Buscemi
“Si tratta di un secondo atto di donazione – ha spiegato Acquaviva – che segue un precedente. Con il quale furono donati, sempre alla Regione Siciliana, più di 400 beni presenti nella bottega del falegname. Per cui il numero delle donazioni è di circa 3150. Risultato di 35 anni di ricerca negli Iblei in particolare e nella Sicilia orientale in generale, di lavoro e di investimento economico. Si chiude così un percorso che autorizza a parlare oramai legittimamente della presenza a Buscemi di un museo regionale di fatto. Riconosciuto, tra l’altro, grazie all’istanza presentata dall’Associazione per la conservazione della cultura popolare degli Iblei, come Ecomuseo di interesse regionale. Un piccolo paese, allo stato attuale, di 900 e più anime, a seguito di un impegno corale, oggi si può onorare di ospitare una struttura museale regionale, presente, nella provincia di Siracusa, solo a Siracusa, Palazzolo Acreide e Lentini”.
Un progetto significativo per l’Ecomuseo tra Palazzolo e Buscemi
“Un percorso – ha aggiunto Acquaviva – che è iniziato nel 2013”. Il fondatore del Museo ha così ricordato le tappe e le persone che in questi anni si sono adoperate per raggiungere questo traguardo. I beni del museo di Buscemi custoditi nei luoghi del lavoro contadino sono stati in questi anni visitati da tantissimi turisti.
Gli ultimi passaggi necessari
Come ha rilevato Acquaviva adesso per portare a termine l’obiettivo di inclusione del progetto originario del percorso museale di Buscemi, bisogna procedere ad un passo successivo. Cioè all’acquisizione al demanio regionale del locale che ospita il ciclo del grano, della bottega del fabbro, chiusa da due anni, e del frantoio. Un bene quest’ultimo di particolare interesse, reso forzatamente non fruibile da 13 anni, nonostante sottoposto agli stessi vincoli delle altre unità museali. “Sento il dovere – ha concluso-, per onestà intellettuale e culturale, di ringraziare vivamente tutti coloro, anche se la maggior parte non sono più con noi, che mi hanno affidato i loro beni, inclusi integralmente nella donazione, certi che non avrei tradito la loro fiducia. Non procedo ad una elencazione per evitare di fare torto a qualcuno a seguito di dimenticanza.
La volontà di donare i beni alla Casa museo non è stata una scelta casuale, né tanto meno dettata da un calcolo opportunistico di ancoraggio a un museo che costituisce la pietra miliare nella museografia etnografica della Sicilia orientale e non solo. Ma a ragion veduta, profondamente legata a un obiettivo ben preciso. Cioè creare sinergia, fare sistema tra due strutture che si guardano a distanza, come se fossero in un unico paese. Risultato di una rappresentazione della cultura popolare sostanzialmente diversificata, nella quale la presenza del mulino ad acqua “Santa Lucia” a Palazzolo Acreide costituisce l’anello di congiunzione. I due musei delineano due momenti di particolare interesse nella storia della museografia isolana, con una prerogativa unica: la complementarità. Due tasselli importanti dai quali partire per una lettura diacronica e sincronica della dinamica socio-economica e culturale del territorio ibleo”.