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I ristoratori e la fase 2, firmato un documento

I Ristoranti e la fase due tutta da organizzare

“Signori del governo, ora basta. Smettetela di giocare con la nostra pelle”. E’ chiaro il messaggio che circa cento ristoratori della provincia di Siracusa hanno scritto nei giorni scorsi. Il 4 maggio atteso per la fine del lockdown. Ma quali garanzie per i ristoratori e la fase 2. Tra i firmatari del documento ci sono anche alcuni palazzolesi. I ristoratori dell’Associazione “Vicoli e sapori”, “Scrigno dei sapori”, “Andrea sapori montani”, “La corte di Eolo”, “Settecento”, “La taverna di Bacco”, Trattoria del Gallo”. Agriturismo Giannavì, “Estro restaurant”, “Quelchec’è osteria”, “Gusto Ibleo”, “Il vecchio mulino”, “Valentino catering” e “Tancredi”. Chiedono misure certe per lavorare in sicurezza, per sé e per i propri clienti.

I Ristoranti e la fase due: riapriranno ma con nuove regole
Ristornati chiusi durante il lockdown

I ristoratori e la fase 2: certezze su come lavorare

“La dovete smettere di far trapelare informazioni sulla nostra categoria – scrivono i ristoratori -, su improbabili ipotesi di apertura con plexiglas, mascherine e tavoli a 2 metri. Che hanno il solo scopo di confondere ancora di più le nostre giornate che stanno andando avanti senza un vostro aiuto”. I tavoli sono la fonte di diritto per i ristoratori. L’obbligo di distanziare i tavoli non piace. “Se ci obblighi a riaprire e portare  un’attività da 30 a 10 tavoli capisci che il modello di business su cui si basa l’impresa non c’è più – dicono rivolgendosi al premier Conte -. Lo capisci o no che parlare di apertura a queste condizioni significa la catastrofe per noi ristoratori”.

Le difficoltà a riaprire nella fase 2

I ristoratori e la fase 2 sembra difficile da avviare. “Dietro ad una attività ristorativa non c’è solo la Partita Iva – aggiungono – , il titolare, ma ci sono i dipendenti, i fornitori, i tecnici che fanno manutenzione. Un esercito di persone che se porti i tavoli da 30 a 10 non ha senso più di esistere? Io pago un tot di kwt di corrente perché devo essere pronto a rispondere ad una offerta di 30 tavoli ? Lo capisci che io ho personale ingaggiato per soddisfare la copertura di 30 tavoli? E le soluzione per riaprire al pubblico sono quella finora trapelate, ribadiamo il concetto: noi rimaniamo chiusi.  Non siamo una fabbrica. Il nostro lavoro è basato sul piacere, sulla socialità. A queste condizioni non possiamo aprire. Queste non sono le condizioni per fare ristorazione. Non abbiamo ancora ricevuto i 600 euro di marzo”.

I ristoranti e la fase 2, nuove regole per le aperture
I ristoratori sono contrari alla riapertura senza garanzie

Un’economia che rischia il collasso

I ristoratori sollecitano il governo ad un momento di confronto. “Confrontati con le nostre associazioni di categoria che ti hanno lasciato un appello – rilevano-.  Qui c’è gente che vuole lavorare. Ma per lavorare ci devono essere le condizioni. Già erano difficili prima le condizioni che lo Stato ci dava per fare impresa. Figurati ora che a tasse e restrizioni si aggiunge l’emergenza di una pandemia mondiale. Vogliamo fare il nostro lavoro. Vogliamo farlo nelle condizioni dignitose per farle: economiche e sociali. Oppure non apriamo. Non paghiamo nessuna tassa. Noi fino ad oggi, abbiamo sempre mantenuto le nostre responsabilità. Adesso tocca a voi agire, per non dichiarare il fallimento di una intera nazione”. I ristoratori che hanno firmato la lettera inviata al governo sono di Avola, Noto, Palazzolo, Siracusa, Marzamemi, Portopalo e altre città.

I ristoratori e la fase 2, firmato un documento ultima modifica: 2020-04-24T09:00:00+02:00 da Federica Puglisi

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