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Il lungo viaggio verso casa, la storia di Salvo

Il lungo viaggio, i pulmini fermi ai traghetti

Bloccati ai traghetti perché provenienti dal Nord. E’ la lunga odissea di Salvo Nieli di Palazzolo e dei suoi colleghi di lavoro. Partiti da Sannazzaro de Burgondi, Pavia, il 17 mattina, sono rimasti bloccati per una notte intera a Villa San Giovanni. Volevano rientrare in quanto per il momento le loro attività lavorative sono state sospese. Nonostante avessero tutte le autorizzazioni necessarie per il rientro, il lascia passare è arrivato dopo troppo tempo. Adesso Salvo è tornato a Palazzolo e si è subito messo in quarantena, in campagna, isolato, senza alcun contatto con la sua famiglia. Una scelta, come ci ha spiegato, che sapeva bene di dover fare. Abbiamo pensato di contattarlo per farci raccontare il lungo viaggio e il suo desiderio di tornare a casa.

Il lungo viaggio di Salvo Nieli
Salvo Nieli, il giovane lavoratore di Palazzolo

Il lungo viaggio di Salvo e dei suoi colleghi

La Sicilia, in base alle nuove regole, è chiusa agli arrivi da altre regioni. Sono norme imposte per fronteggiare l’emergenza contro il Coronavirus. E i controlli sono stati aumentati. Soprattutto allo Stretto di Messina. Salvo era insieme ad altri colleghi. Ma sapendo bene a cosa andavano incontro avevano tutte le autorizzazioni necessarie. “Siamo partiti su tre diversi pulmini – ci racconta –. Ed eravamo in tre su ogni mezzo, sistemati rispettando le misure di sicurezza”. Partiti con l’autocertificazione e i documenti necessari hanno poi incontrato i tanti problemi. Dopo oltre 1500 chilometri di viaggio lo stop a Villa San Giovanni.

Gli ostacoli ai traghetti e il lungo viaggio

Nessuna possibilità di poter fare i biglietti per la Sicilia. Solo una proposta: lasciare i mezzi e traghettare a piedi. “Ma non ci è sembrata assolutamente una decisione giusta – dice Salvo -. Sarebbe stato un pericolo viaggiare a piedi. Noi stiamo bene ma per precauzione non sarebbe stato giusto metterci poi su un pullman e magari rischiare”. Hanno così passato tutta la notte a bordo dei loro mezzi. E non si sono arresi. Hanno attivato ogni mezzo possibile, chiedendo aiuto alle amministrazioni, alla Protezione civile. La situazione si è sbloccata solo nella tarda mattinata di giorno 18. “La rabbia era tanta – aggiunge Salvo – perché vedevamo tanta gente traghettare a piedi. Oppure alcuni messi nelle loro macchine senza alcuna distanza di sicurezza. E noi che avevamo tutti i documenti in regola non potevamo passare”.

Il lungo viaggio ai traghetti di Messina
I traghetti allo stretto di Messina

La stanchezza tanta ma anche la speranza di tornare a casa

Tanti i momenti di sconforto e di paura tra i lavoratori. Il lungo viaggio che non dimenticheranno. Tanta la stanchezza e il desiderio di poter ritornare a casa. Salvo come i suoi colleghi avevano già fatto tutte le comunicazioni necessarie per il rientro. Hanno denunciato e segnalato tutto alle autorità e al personale sanitario. E hanno organizzato la loro quarantena non appena arrivati nei loro comuni. “Adesso che è tutto finito – racconta Salvo – vorrei ringraziare le nostre ditte, l’amministrazione comunale. Il sindaco Gallo, l’assessore Aiello, il consigliere Nieli e Tony Caligiore per la Protezione civile e chiunque si sia attivato per permetterci di tornare a casa”.

Il messaggio di Salvo

Salvo come gli altri sta bene. Ma adesso rispetterà le indicazioni che gli sono state fornite. Si è messo così in quarantena, lontano da tutti. Ma ha un messaggio da lanciare. “Bisogna stare attenti – dice – e aprire gli occhi, perché ci sono tante persone furbe che non rispettano le regole. Avremmo potuto anche noi decidere di scappare subito. Invece abbiamo fatto tutto in regola. E questo è importante per precauzione e per evitare possibili contagi”.

Il lungo viaggio verso casa, la storia di Salvo ultima modifica: 2020-03-19T12:08:24+01:00 da Federica Puglisi

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