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Il Natale ai tempi del covid, le testimonianze

Natale

“Chiudere adesso per non chiudere tutto a Natale”. Le parole del Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Giuseppe Conte risuonano più che mai tra tutti gli italiani. Oggi c’è chi dice anche chiudere a Natale per riaprire a gennaio, o chi ironizza chiudere ora per salvare la Pasqua? La realtà è che è stato un periodo dell’anno molto anomalo e particolare per il nostro Palazzolo.

Il Natale a Palazzolo

Sono mancati i presepi viventi, l’albero nella scalinata della Basilica di San Sebastiano. Ma il DPCM del 18 dicembre 2020 ha vietato gli spostamenti, ha chiuso i bar e i ristoranti e il mancato afflusso dei visitatori nel nostro paese ne ha risentito su tutta l’economia. E’ un Natale differente per ogni famiglia della nostra cittadina. Tanti sono stati i lutti in paese e ognuno ha la memoria della perdita in questo anno maledetto di qualche caro, di qualche amico. Differenti pure le celebrazioni dei Battesimi. Il 25 dicembre in quasi tutte le Chiese veniva celebrato questo rito durante la Santa Messa. Quest’anno la celebrazione del Battesimo è consentita, al di fuori della S. Messa e alla presenza dei soli padrini e dei familiari più stretti. Naturalmente a questo si aggiunge che il post rito non può essere festeggiato adeguatamente viste le restrizioni.

Il Natale
L’albero Di Natale nella Scalinata di San Sebastiano

Il Natale e il distanziamento a tavola

“Una vigilia di Natale molto diversa dal solito”, dice il primo intervistato. ”Noi in famiglia eravamo con i miei genitori, mia sorella, mio cognato e mio nipote, ma abbiamo preferito cenare distanziati chi nel divano chi nelle sedie. Tutto di fretta perché alle 22 dovevamo rientrare nelle proprie case”. Una mamma mi racconta. “Quest’anno è stato tutto differente ci ha fatto capire l’importanza della famiglia, ci ha fatto sentire la solitudine. Stare insieme esclusivamente con i propri cari”. L’inghippo della famiglia numerosa. ”La mia famiglia è composta da tanti elementi e sono giorni particolari. Abituati a cucinare per 40 persone, mi sono dovuta inventare i turni. Ho invitato alcuni familiari per la cena del 24, altri per il pranzo del 25, ancora il 26 un incontro con altri parenti e per finire domenica con ultimo gruppetto”.

Il Natale
La tavola Natalizia

La distanza di pochi chilometri. ”Io e mia sorella abitiamo solamente a 5 km di distanza, io nel comune di Palazzolo lei a Noto. Prima dell’ultimo dpcm c’era il divieto di potersi incontrare e trovavo il tutto assurdo. Fortunatamente è stata data la deroga per due persone più due figli e alla fine è stato sempre un Natale gioioso in famiglia”.

Il ritorno a casa dopo mesi di lavoro

C’è anche chi è partito dal nord. ”Non ho avuto ristrettezze per il volo. Ho avuto la fortuna di prenotare il viaggio per giorno 20 e solo dopo è stato imposto il divieto di spostamenti tra regioni per il 21. È stato un Natale strano. Ogni anno i miei mi mandavano video di grandi pranzi e di tutta la famiglia unita che salutava. Quest’anno non ho visto neanche un parente se non in video chiamata o 5 minuti a distanza con mascherina sotto casa. Il Natale consiste anche nelle uscite post pranzo con gli amici. Tutto questo è mancato. Non mi è sembrato neanche festa per certi aspetti. Molto bello stare in famiglia ma potrebbe essere un qualsiasi altro periodo dell’anno”.

Il Natale
video chiamata natalizia

E poi c’è chi non è potuto tornare per le restrizioni. ”Il coronavirus mi ha tolto la possibilità di abbracciare i miei cari nel giorno di Natale. Ma l’attesa degli abbracci sta solo facendo più spazio per raccoglierne di più non appena si potrà. E ancora: ”Sicuramente è stato un Natale al di fuori dal comune, eravamo abituati alle grandi tavolate, al flusso di parole ininterrotte, alle lunghe nottate giocando a carte, alla messa di mezzanotte e ad incontrare gli amici dopo per gli auguri, ma nulla di tutto questo è stato possibile. Ritrovarsi in pochi attorno ad un tavolo, e dover guardare l’orologio pensando: “è tardi, dobbiamo andare” ha raffreddato lo spirito natalizio e ha scandito i tempi.

La Santa Messa anomala

Anche la messa del 24 sera, fatta invece nel pomeriggio, non ha la stessa magia, perché alla fine ti chiedi, ma Gesù può nel 2020 nascere alle ore 20? E non ti viene neanche di fare gli auguri a quell’ora perché è troppo presto. E che auguri sono quando non puoi abbracciare e baciare nessuno? Ma la tristezza più grande e la più grande mancanza è stata l’assenza di mia sorella, quella è stata la cosa più pesante da digerire è ancora non l’ho digerita, saperli lontani e soli è triste, e nuoce di più non poterli abbracciare”.

La fortuna di chi ha superato le difficoltà e chi non è riuscito

C’è chi ha superato alcuni momenti più tristi: “Con la situazione che ho avuto con la malattia di mio padre, fortunatamente non per colpa del covid, questo Natale sono stata felice di averlo a casa, questa è stata la gioia più grande di questo periodo”. Concludiamo il giro con la situazione opposta: “Purtroppo per me quest’anno sono stati solo giorni di lacrime, non ho sentito l’aria minimamente. Purtroppo quest’anno è andata così, quel posto a tavola dove sedeva mio padre, così importante per me non ci sarà mai più”.

“Essere libero, costa soltanto qualche rimpianto”. La speranza è quella di tornare alla libertà, alla normalità il prima possibile. A scambiare le famose quattro chiacchiere notturne, o i lunghissimi aperitivi. Un Natale con tante privazioni, ma servirà per avere un 2021 senza stravolgere le abitudini della nostra vita?

Il Natale ai tempi del covid, le testimonianze ultima modifica: 2020-12-31T09:00:23+01:00 da Massimo Puglisi

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