Un vescovo che merita di essere messo in luce, perché considerato profeta dei nuovi tempi, è Monsignor Giovanni Blandini. Nacque a Palagonia nel 1832, ma alcuni dei suoi pronipoti sono vissuti fino a qualche anno fa a Palazzolo. Blandini divenne vescovo di Noto nel 1875. Il vescovato di Noto era nato nel 1844. Il territorio di Palazzolo e le sue chiese da quella data furono dipendenti da quella diocesi fino al 1950, quando un decreto del Santo Padre unì il territorio palazzolese all’Arcidiocesi di Siracusa.
Gli anni del vescovado di Noto
Gli anni in cui il vescovo Giovanni Blandini operò nella diocesi di Noto, erano tempi poco sereni. Innanzitutto c’era chi si opponeva alla Chiesa, prevaleva lo sfruttamento del lavoro umano, dilagava la scristianizzazione delle masse e regnava l’analfabetismo. Importante il giudizio dello storico Gabriele De Rosa. Egli disse di Monsignor Blandini che “non fu un osservatore indifferente e superficiale, ma un animatore entusiasta e vivace di tante speranze”. Giovanni Blandini svolse un’attività sociale ispirandosi al vangelo. Gli apostoli avevano annunciato a tutti gli ideali di giustizia, equità, misericordia, fratellanza, uguaglianza e libertà. Monsignor Giovanni Blandini si rifece a tutto ciò durante il suo episcopato.
Il vescovo Giovanni Blandini e la Questione Sociale
La caratteristica di Monsignor Giovanni Blandini fu la sua predisposizione per la Questione sociale. Il ceto operaio e contadino divenne l’oggetto principale della sua sollecitudine. Blandini fu un sostenitore del risveglio municipalista cattolico e un animatore delle speranze del movimento sociale cattolico. Fatto che, come scrive Paolino Stella, accoglieva il linguaggio di una protesta costruttiva. Il territorio Netino, molto esteso, era principalmente agricolo. Per questo motivo il vescovo cercò di unire all’attività pastorale una presenza attiva nella società della sua diocesi, compresa Palazzolo. Blandini cercò di mettere a confronto le forti istanze della società che si trovava in continua trasformazione col messaggio di Cristo e il bene comune. Secondo Giovanni Blandini occorreva operare “prima da noi stessi coraggiosamente come se nulla dovessimo aspettarci da Dio, e dopo attendere da Dio ogni buon esito delle nostre opere”.
Il vescovo Giovanni Blandini e don Luigi Sturzo
Giovanni Blandini creò società operaie e casse rurali. Alla scuola di Monsignor Blandini si formò Don Luigi Sturzo. Questi come dice Monsignor Lorefice, vescovo di Palermo “fondò un partito ispirato dalla dottrina sociale cristiana, ma riscattato da ogni mentalità clericale, senza essere un laicista”. Certamente gli insegnamenti di Blandini lo formarono fortemente sulla questione sociale. Infatti Luigi Sturzo diceva che “la cooperazione sia basata sulla tecnica cooperativa, senza indulgere in speculazioni contrarie alla cooperazione e alle sue funzioni sociali”.
Vescovo Giovanni Blandini guida illuminata
Sicuramente il popolo palazzolese beneficiava di un vescovo, che, come diceva l’Avvocato Piccione, si mostrava una guida sempre illuminata, pronto a saper cogliere ogni segno del tempo. Blandini, come dice Stella, si lamentava dell’attività massonica e anticlericale che imperversava a Noto. Per questo pensò di fondare la Congregazione di San Sebastiano. Lo scopo era “quello, cioè di dare buon esempio e migliorare i costumi della classe media e infima maschile”.
Condanna delle sette nemiche della giustizia
Papa Leone XIII, intanto emanava l’enciclica Humanum Genus, con la quale condannava le sette nemiche della giustizia e della naturale onestà. Il vescovo Blandini, rifacendosi alle parole del papa, diede dei suggerimenti per combattere le società segrete. Egli disse di “stare dalla parte del Papa, dei vescovi e dei sacerdoti, di ripristinare le sante e belle corporazioni di arti e mestieri che create dalla Chiesa fecero l’onore d’Italia”. Blandini negli anni del suo episcopato fu un animatore entusiasta e vivace delle speranze del movimento sociale cattolico.
Blandini e i sacerdoti
Diceva Blandini: “Il buon sacerdote celebri la Santa Messa e non tralasci il suo dovere, ma non si dimentichi che fuori dal tempio lo attende tanta gran parte del popolo, la quale di lui ha stretto bisogno per essere aiutata, illuminata, consolata e diretta a migliorare la temporale sua sorte”. Penso sia importante ricordare Monsignor Blandini. Lui insieme a tanti altri vissuti prima di noi, si sono impegnati ad elevare le condizioni delle classi popolari e contadine della sua diocesi, compresa Palazzolo. Approfondendo la conoscenza dei bisogni e operando concretamente questi attivisti, con sentimenti umanitari, hanno contribuito a cambiare le politiche sociali.