La chiesa Madre di Palazzolo Acreide è la più antica chiesa di Palazzolo Acreide. Venne, infatti, dedicata dal vescovo Bartolomeo Gash nel 1215 a san Nicolò vescovo di Bari. Alessandro Italia, uno studioso palazzolese, descrive la Chiesa Madre come “il più grandioso tempio normanno dal campanile quadrato con finestre ogivali e coronamento a traforo”. Dice ancora che “il tempio maestoso si riempiva nel coro di Nobili ed onorati dai cappucci neri, rossi o azzurri, nella navata centrale di gentildonne dai manti di seta e massa di popolane, in fondo e nelle navate centrali del popolo di pastori e villani”.
Navata centrale della chiesa Madre di Palazzolo
Storia della chiesa dal 1400 al 1500
I nobili iniziarono a spostarsi dal vicino castello medievale presso la chiesa madre per seguire la messa. La chiesa Madre iniziò ad acquisire un’importanza maggiore rispetto alla chiesa di san Martino presso il castello, tanto da essere considerata il più prezioso monumento del tempo. Per questo motivo iniziò a possedere numerosi benefici. il più importante, fu quello del 1482 elargito con il nome di “Messa d’Alba” grazie ad una bolla apostolica data a Palermo. Di grande interesse era il “legato per una maritanda”, opera del barone Lucchese il quale assegnava onze 32 ad una ragazza povera che desiderava sposarsi. Il sorteggio avveniva durante il giorno della festa di San Nicola, un tempo, patrono del paese. Nel caso che la ragazza sorteggiata non desiderava sposarsi il denaro doveva essere utilizzato per il riparo della fabbrica della chiesa.
Compagnia del Santissimo Sacramento
Fondamentale, per la vita della chiesa, fu l’istituzione della Compagnia del Santissimo Sacramento nel 1592 da parte del sacerdote don Paolo Calleri, abbate anche della chiesa di Santa Lucia e Geminiano. Il motivo di questa fondazione fu quello di “riscaldare la devozione nel paese, tenere in venerazione il Sacramento Signore e portarlo agli infermi con pompa”. Padre Giacinto Farina nel suo importante testo “La Selva” dice infatti che “essa fu molto proficua e vi fece moltissimo bene”. Il barone Antonio di Martino luogotenente del Sant’uffizio e procuratore della Congregazione del Santissimo Sacramento fondò nel 1583 la Cappella dei Tre Re. La Cappella possedeva un beneficio di giuspatronato familiare, ereditario e perpetuo con una rendita di onze 10. Il sacerdote, assegnato al beneficio, aveva l’obbligo di celebrare tre messe a settimana.
La filiale della chiesa Madre
Palazzolo, intanto, si andava espandendo verso la zona alta del paese, quindi la chiesa Madre ebbe la necessità di essere aiutata nelle sue funzioni religiose e per questo nel 1664 venne nominata come filiale e coadiutrice la chiesa di San Sebastiano, la quale doveva dipendere ed essere soggetta ad essa, tanto che furono stabilite alcune condizioni espresse in 29 articoli che stabilirono le competenze delle due chiese in occasioni di funerali, sacramenti, suoni di campane.
Altare con colonne tortili navata destra della chiesa Madre di Palazzolo
La corte vicariale
La chiesa Madre era un’ Arcipresbiterato. Qui vi risiedeva il Vicario Foraneo che era l’immediato collaboratore esecutivo del vescovo presso la parrocchia principale, posta lontano dalla città episcopale. Intorno al 1553 il più importante sinodo di Siracusa presieduto dal vescovo Beccadelli Bologna fissò le competenze dei Vicari Foranei. Costoro furono idonei ad emanare atti in materia civile e in materia criminale. Potevano, infatti, giudicare ed emettere provvedimenti d’urgenza e a procedere a ricercare informazioni e prove. Nelle cause penali il vicario doveva procurarsi le informazioni necessarie. Dopo aver istruito un processo informativo e aver preso le prime decisioni, doveva trasmetterle al Vicario Generale.