Da Palazzolo Acreide è partita la protesta fantasma dei ristoratori. Una protesta simbolica quella che ha visto sabato mattina protagonisti i ristoratori di Palazzolo Acreide. In prossimità delle limitazioni per la chiusura della Sicilia in zona rossa, hanno consegnato le loro divise al sindaco Salvatore Gallo. La protesta, promossa da “ Vicoli e Sapori” di cui il presidente è lo chef Paolo Di Domenico ha visto l’adesione anche di alcuni ristoratori, bar e pasticceri locali.
Uniti quindi anche in questa lotta. Infatti nel 2017 sette ristoratori hanno di Palazzolo deciso di unire le forze e dare vita all’associazione Vicoli & Sapori. Un gruppo di chef ben saldo, nato con l’obiettivo di promuovere l’immagine di Palazzolo Acreide nel mondo, puntando tutto sul vasto patrimonio enogastronomico e sulle ricette tipiche del territorio che possono essere gustate tutto l’anno nei ristoranti aderenti all’associazione. Portando l’associazione a valorizzare la salsiccia tradizionale che è diventata tutela Slow Food.
La protesta fantasma spiegata dallo chef Di Domenico
“La protesta fantasma- ci dice il presidente di Vicoli e Sapori Paolo Di Domenico– è il gesto simbolico di lasciare le nostre giacche da cuoco davanti al Palazzo comunale. Nasce dal nostro disagio che ormai dura da troppi mesi. Siamo stanchi di aperture a giorni alterni, di promesse non mantenute, a chiusure a cui non sono seguiti ristori certi, immediati, e soprattutto adeguati, per ripartire e poter fare impresa. Le nostre attività in questo momento devono ” sopravvivere ” per poter tornare al più presto a splendere”.
L’appoggio e la solidarietà del sindaco
Durante la pacifica protesta erano presenti anche le forze dell’ordine e i rappresentanti dell’amministrazione. “La ristorazione a Palazzolo conta su 32 ristoranti – ha spiegato il sindaco Salvatore Gallo ad una televisione locale – e impiega quotidianamente circa 400 persone. Con meno di 10 mila abitanti è uno tra i paesi con la più alta offerta gastronomica in Italia. Si sta condannando alla morte economica un territorio, che necessita, a questo punto, di aiuti concreti da parte dello Stato. Il Governo nazionale ha dato una mano alle grandi aziende, e non si riescono a dare risorse a questa mole di imprenditori, che sono una eccellenza per il nostro territorio. Il rischio che i nostri ristoratori possano fallire è elevatissimo, i creditori sono alle porte e chiederanno i soldi che non potranno essere restituita a causa di una stretta durissima”.
La protesta e l’intervento di Gianni Savasta
“Ci stanno allungando solo l’agonia – contattato telefonicamente ci dice lo chef Gianni Savasta della Trattoria del Gallo –. Da un anno ci tengono in angoscia né chiusi né aperti ed è un problema da risolvere. O ci chiudono del tutto come a marzo nel primo lockdown senza che possa andare in giro nessuno. Per chiusura intendo che devono rimanere aperti solo i supermercati, le farmacie e i panifici. Tutto il resto chiuso altrimenti non ne usciamo più. Il Covid è presente nella nostra vita quotidiana, ma è impensabile l’elevato numero di morti dichiarati. Mi viene da pensare che ci sia la volontà delle Asl di dichiarare le morti del Covid per un proprio arricchimento economico personale. Ormai anche un semplice infarto viene dichiarato morte per questa pandemia.
Sono disposto a fare altri due mesi di sacrifici, ma tutte le attività dovrebbero essere chiuse e senza circolazione. No che un giorno sei arancione, poi rosso o giallo. Chiudiamo tutto per uscirne definitivamente. La situazione attuale è una continua sofferenza stare altri 4 mesi così, poi apriamo in estate e ad ottobre siamo punto e a capo?”.