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Le botti e le taverne di vino a Palazzolo Acreide

Le botti

La cultura delle “botti” si tramanda da generazioni in generazioni a Palazzolo Acreide. Sono numerosissimi i capi famiglia o semplicemente i ragazzi che hanno nel proprio garage, o nel proprio “dammuso” una o più recipienti per fare il vino in casa.

La pulizia delle botti

Ai primi di settembre, dopo i caldi mesi estivi, avviene la “lavata delle botti”. Le botti di legno nuove o usate, sono riempite con acqua per eliminare le sostanze solubili del legno, che potrebbero alterare le caratteristiche del prodotto. Finito il lavaggio si risciacqua bene e si lascia asciugare, quindi si solfora con dei dischetti di zolfo. Quando una botte è già stata usata, va pulita dalle incrostazioni che si sono formate nel tempo, e deve essere lavata, sciacquata, e solforata.

Se le botti sono rimaste vuote per molto tempo, vanno mantenute piene di acqua per alcuni giorni, per far si che il legno possa gonfiarsi e dilatarsi fino ad otturare eventuali perdite. Se qualche perdita si protraesse nel tempo, è consigliabile restaurarla con appositi mastici.

Dopo qualche giorno che le botti si asciugano viene inserito il mosto, generalmente tra la prima e la seconda settimana di settembre. Più rimane dentro e più fermenta. La trasformazione del mosto in vino, è un processo chimico-biologico, ed è la fermentazione alcolica. La fermentazione determina la trasformazione degli zuccheri fermentescibili in alcol etilico e anidride carbonica per opera dei lieviti, che muoiono quando lo zucchero inizia a trasformarsi in alcol.

Le Botti
La fermentazione del mosto

La tradizione palazzolese e le antiche taverne di vino

Per tradizione a Palazzolo l’apertura re utti avviene nel periodo di San Martino. Tuttavia alcuni preferiscono non toccarlo almeno fino a Natale perché più la botte rimane chiusa più il vino migliora. Curiosando e chiedendo in giro per il quartiere San Paolo viene fuori di una tradizione antichissima di taverne di vino. In Piazza San Sebastiano esistevano “Zazà” in via Bando Superiore di fronte l’attuale banca MPS. “Gino u calabrisi” e Bufalino detto “Sparamaschi” in Via Nicolo Zocco. Marcello Salamone detto “u Terribile” in via Padre Giacinto. “Cruci” in via Carlo Alberto vicino l’attuale pescheria. “U ziu N’Zino” era una taverna esistente nell’attuale ristorante Quel che c’è.

In via Cappuccini c’era Bufalino, di fronte alla sala nzareddi di San Sebastiano. Ogni quartiere aveva le sue, a San Paolo esistevano “Mazza” e a “Settenani”. In Piazza Pretura i “vardioli” avevano la Mascio Mariano” alla fine di via San Sebastiano e Squagghiarota” nel piazzale Villa. Infine, la taverna definita con il miglior vino era quella di Mazzaredda” vicino l’ex semaforo in via Nazionale.

Le botti
Una esempio di botte da dammuso

Curiosità storiche

La tradizione narra anche che durante la processione invernale di San Paolo, un gruppo, al seguito del Santo, soprattutto nel quartiere di San Michele si fermava a degustare un bicchiere di vino per ogni garage che si incontrava lungo il percorso. Le taverne di vino negli anni sono scomparse, ma la tradizione dei garage o dei dammusi continua a durare nel tempo.

Le botti e le taverne di vino a Palazzolo Acreide ultima modifica: 2020-12-11T09:00:00+01:00 da Massimo Puglisi

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