Al Museo delle Tradizioni Nobiliari si è tenuta un’interessante conferenza il 14 maggio 2022, sulla fotografia, organizzata da Pippo Bennardo, BC Sicilia e dal Rotary club sezioni di Palazzolo Acreide. L’occasione per parlare della fotografia è stato il libro fotografico L’Elogio del vuoto. Palazzolo Acreide ai tempi del covid 19 di Salvo Alibrio. I relatori hanno parlato di fotografia analizzando tre punti di vista diversi nel “fare fotografia”.
Introduzione del dott. Luigi Lombardo e dell’avv. Sebastiano Infantino
Il presidente di BC Sicilia Luigi Lombardo ha introdotto l’argomento dal punto di vista antropologico: L’elogio è parlare bene del vuoto. L’elogio del vuoto è parlare di ciò che non è. Le fotografie di Alibrio sono l’elogio del silenzio, c’è tanto silenzio in queste foto, ma c’è anche un risveglio. Importante è fotografare la vita vissuta, i momenti rituali, che possono essere anche i matrimoni, le cresime i battesimi e Salvo è su questo solco. Ma questo testo, pur non mostrando tutti gli atti di vita rituale, è un piccolo gioiello da valorizzare, perché analizza il momento particolare che tutti abbiamo vissuto: la pandemia. L’avvocato Sebastiano Infantino, presidente del Rotary dice: «nel momento in cui si decise di stampare questo libro, quello che ci colpì dalle foto di Salvo fu quella mancanza di umanità».
Le fotografie: intervento di Salvo Alibrio
Salvo Alibrio racconta che non potendo andare fuori dal comune palazzolese a causa del lockdown e forse neanche entro il comune stesso inizia a fotografare la propria famiglia. Ed è da quella foto che pensa di documentare un momento così difficile, come quello del Covid 19, per le strade vuote di Palazzolo. Salvo non si perde d’animo, cerca per le strade vuote anche i concittadini. Fotografa infatti la piazza nel momento in cui passa una sola persona. Non avrebbe mai pensato di dover fotografare le piazze di San Sebastiano e di San Paolo vuote, anche nei giorni delle relative feste. Salvo ha fotografato le piazze, senza la marea di gente che di solito assisteva alle uscite dei Santi. Mostra anche le chiese durante la messa, vuote di parrocchiani. Fa impressione raccontare così anche la Pasqua e il Natale con le loro tradizioni.
Le fotografie: intervento di Tony Gentile
Un altro punto di vista è stato quello del fotografo Tony Gentile, il quale ci ha affascinato col suo racconto che riguarda il suo modo di fare fotografia. Tony si presenta e dice: «Grazie all’esempio di Letizia Battaglia e di Franco Zecchin, che pubblicavano sul giornale L’Ora, ho scelto cosa fotografare e da che parte stare. Cioè dalla parte della legalità e della verità. Capii che la fotografia ha uno scopo sociale, fa crescere le coscienze, può far cambiare opinione. Per esempio una foto non blocca una guerra, ma può cambiare l’opinione delle persone. Per me la fotografia era ed è questo: creare e costruire una coscienza. Con la fotografia ho costruito anche la mia coscienza».
Intervento del dottor Francesco Caracchia
Infine Il dottor Caracchia, ha parlato del suo modo di fare fotografia, e cioè la fotografia concettuale. Cosa significa questo tipo di far fotografia? Ha spiegato che la fotografia concettuale è un tipo di arte fotografica che “inizialmente viene concepita nella mente del fotografo e poi messa in scena per realizzare e comunicare tale visione”. «La fotografia concettuale riflette, quindi un’idea preconcetta e predeterminata del risultato finale, ma è anche una sfida prima a se stessi ed è questo il mio modo di realizzare le fotografie», dice Caracchia.
Immagine: valore comunicativo
Concludendo, come dicono Malavasi e Zoccatelli in un loro testo “l’immagine e la fotografia hanno un valore comunicativo e rappresentativo fortissimo in quanto in grado di evocare e di parlare a ciascuno di noi nel rispetto delle singole sensibilità e nella possibilità di veicolare connessioni e intrecci con altre immagini, altri paesaggi, altri linguaggi”.
Fotografia traccia del reale
Inoltre mi trovo d’accordo con il fotografo siciliano Ferdinando Scianna che, in un articolo del Corriere della Sera Le foto? Frammenti del reale disse: «Memoria, viaggio, racconto sono tre parole che per me sono sinonimi di fare fotografia. La fotografia è una struttura del linguaggio contemporaneo che produce memoria e lo fa con una sua specificità, che è quella di trascinarsi dietro una traccia del reale». Ed è questo che Tony Gentile e Salvo Alibrio fanno cioè fissano il reale che diverrà memoria storica.
L’elogio del vuoto di Salvo Alibrio
Nel testo fotografico di Salvo Alibrio le foto scarne ma molto realistiche si alternano a pagine di giudizi e opinioni espressi da scrittori e professionisti, che hanno apprezzato il lavoro di Salvo. Salvatore Petrolito, presidente del Rotary club scrive: «L’obiettivo è raccontare una storia, non una storia qualunque, né tantomeno una storia di qualcuno: questa volta quello che sta succedendo coinvolge tutti noi, è la nostra storia».
Fotografie memoria storica
Le fotografie di Alibrio nel suo testo hanno rappresentato un momento storico, strano e impensabile. Marco Puglisi in un suo intervento, che ritroviamo nel libro “L’elogio del vuoto”, fa parlare le stelle incapaci di accettare un mondo vuoto, dove nessuno guarda in alto per vederle splendere, poiché il mondo si era svuotato. Demoralizzate le stelle vorrebbero spegnersi, ma la stella più saggia parlò e disse alle altre: «Dobbiamo splendere come non mai per dare più luce e speranza». La pagina poetica di Puglisi è molto bella e si conclude così: «Quella notte il firmamento brillò come non mai. Dal basso videro la luce nuova e tutti si affacciarono alla finestra e applaudirono». Alibrio con le sue foto è entrato nei nostri cuori per farci rivivere un momento difficile ma anche per darci la possibilità di riflettere, cambiare e sperare nella vita.