La chiesa dell’Immacolata di Palazzolo Acreide rappresenta un altro gioiello nato dalla ricostruzione barocca della città. Unico esempio di facciata convessa a Palazzolo, l’edificio racchiude un piccolo capolavoro di scultura, ancora poco conosciuto: la Madonna col bambino di Francesco Laurana.
Le tappe dello scultore
Francesco Laurana nasce a Vrana, in Dalmazia nel 1430. Il comune cognome e le stesse origini farebbero pensare ad una parentela con il celebre architetto Luciano Laurana, discepolo di Leon Battista Alberti. Purtroppo, però, non ci sono elementi per confermare questa tesi, che resta comunque molto probabile. Lo scultore fu sicuramente molto attivo a Napoli, dove lavorò all’arco trionfale del Castel Nuovo per Alfonso V di Aragona, prima di approdare in Francia per volere della corte angioina, e poi in Sicilia, dove ritrovò gli aragonesi.
Qui lo scultore visse il momento di maggiore attività nella sua carriera, soprattutto nella realizzazione di busti femminili, che riusciva a rappresentare con il candore e l’austerità che in pittura erano stati trattati da Antonello da Messina. Tra i busti più celebri di Laurana ricordiamo quelli di Eleonora d’Aragona, Battista Sforza, Beatrice e di Isabella d’Aragona. Variegata anche la serie di Madonne col bambino realizzate nel periodo siciliano, come quella presente a Santa Maria della Neve a Palermo, a San Domenico a Castelvetrano, nella chiesa del crocifisso a Noto e, appunto, quella di Palazzolo Acreide.
La più bella Vergine del Laurana
La statua della Madonna col bambino di Francesco Laurana a Palazzolo è realizzata in marmo bianco di Carrara e si trova fra il primo e il secondo altare di destra nella chiesa dell’Immacolata. La statua, la cui datazione si colloca tra il 1471 e il 1472, è alta 190 centimetri. Alla base della scultura, alta 35 centimetri, vi è un bassorilievo della Dormitio Virginis e l’iscrizione Sancta Maria de la Gratia de Palaczu. Il bassorilievo con lo stemma degli Alagona suggerisce la commissione da parte dei componenti di questa famiglia che, all’epoca, erano baroni di Palazzolo.
Quest’opera viene unanimemente riconosciuta come la più bella Vergine del Laurana. Nel realizzarla, lo scultore è riuscito a superare la tendenza alla rigidità del manto che avvolge il viso e le forme delle sculture precedenti. Qui il velo, infatti, è morbido come non mai, e avvolge le linee sinuose della Madonna, la quale protende il braccio verso Gesù che dolcemente la osserva, quasi in adorazione. Sono questi dettagli stilistici che denotano un avanzamento della ricerca scultorea di Laurana, che per la prima volta riesce a rendere in maniera più naturalistica la leggerezza delle pieghe dell’abito della Vergine e anche la tensione emotiva delle espressioni. Quasi a suggerire che il contatto con la pittura di Antonello avesse dato un decisivo impulso al seppur innato talento di Francesco Laurana.