Lo scorso anno è nata a Palazzolo una nuova associazione culturale organizzata da giovani impegnati nella cultura. Si tratta dell’Associazione culturale Meraki, ideata da Fabio Fancello, da Daniele Lo Magro e da Concetta Caruso. In questa importante intervista Fancello, presidente dell’Associazione, mi parla dei suoi studi e della nuova associazione.
Presidente Fancello si è da poco specializzato in Comunicazione della cultura e dello spettacolo, com’è nata questa passione particolare?
La laurea magistrale è il mio terzo titolo, che segue una laurea in Scienze e lingue per la comunicazione e un master in Marketing, social media e comunicazione d’impresa. Io, però, mi occupo di comunicazione e di organizzazione di eventi praticamente da sempre. L’ho fatto con l’attività politica, ho proseguito con l’associazionismo e ho finito col farlo anche per lavoro. Ho iniziato a organizzare attività politico-culturali e artistiche, occupandomi prima solo degli aspetti burocratici e dei comunicati stampa. Poi mi sono occupato della progettazione grafica e la gestione dei social media e dei contenuti digitali, infine, intervenendo o coordinando alcuni eventi. Inoltre, negli anni, ho sviluppato una certa propensione per la cultura pop, per il digitale e per alcune discipline artistiche, come la musica e l’audiovisivo. I miei studi, infine, mi hanno portato ad approfondire le scienze sociali, come la sociologia e l’etno-antropologia.
Riguardo la comunicazione culturale, cosa intende esattamente?
Un filosofo tedesco, Gadamer, ha definito la cultura come l’unico bene che, quando viene diviso, anziché diminuire si moltiplica. Abbastanza recentemente ho capito quanto, a volte, possa essere difficile l’accesso alla cultura, soprattutto per i “non addetti ai lavori”. Per questo, credo che il principale compito della divulgazione e della comunicazione culturale debba essere proprio quello di raggiungere e affascinare anche chi è più distante, fornendogli gli strumenti adatti a comprendere e a lasciarsi coinvolgere.
L’acquisizione della cultura può rappresentare emancipazione?
Sono cresciuto con il mito di Antonino Uccello, che considerava anche le persone semplici come potenziale fonte di arricchimento culturale. Uccello vedeva in ogni oggetto una storia da riscoprire e considerava il bene culturale come la più grande ricchezza della nostra terra. Il suo era un modello culturale di ispirazione gramsciana, che ho fatto mio. È un pensiero molto attuale, anche nel tempo in cui viviamo. Credo davvero che l’acquisizione della cultura, per una persona, possa rappresentare una forma di emancipazione. Rappresenta anche, uno strumento per comprendere il proprio valore nella vita e i propri diritti e doveri e un possibile antidoto alla superficialità e alla disinformazione con cui ormai conviviamo ogni giorno.
È nata una nuova associazione chiamata Meraki. Mi può spiegare da cosa deriva questa denominazione e chi è il presidente?
L’associazione Meraki ETS è nata nella seconda metà dello scorso anno dalla volontà di un gruppo di amici, che si conoscono da una vita e che condividono conoscenze e passioni per l’arte, in tutte le sue forme, e per la cultura e la storia della nostra terra. Abbiamo deciso di collaborare a un progetto comune e loro hanno affidato a me il ruolo di presiederlo, affiancato da Daniele Lo Magro come vice. Meraki è una parola greca che non ha una traduzione vera e propria.
Meraki cosa significa?
Letteralmente richiama l’espressione “essenza di noi stessi”. È un nome che abbiamo scelto perché incarna quello che vorremmo fosse il fondamento filosofico della nostra azione, poiché riguarda il fare qualcosa in modo creativo, mettendo anima, impegno e amore in ciò che si sta facendo. È un modo di fare le cose che avevamo sentito molto nostro già in passato e che credo possa sicuramente rappresentarci pienamente.
Meraki: quali scopi ha l’associazione ?
Abbiamo definito Meraki un’associazione creativa, culturale e turistica. Creativa perché crediamo nella libertà di sperimentare, sia nella comunicazione che nelle forme di fruizione. Culturale perché intendiamo abbracciare ogni aspetto della cultura e del mondo dell’arte, in tutte le loro forme. Turistica perché nasce dalla voglia di raccontare il nostro territorio, cercando ulteriormente di arricchirlo culturalmente. E ciò per cercare di sfruttare soprattutto le nostre conoscenze e competenze. Competenze che non si soffermano solo alla comunicazione e all’uso dei media, ma che abbracciano anche altri ambiti come l’archeologia, l’antropologia, le lingue, e la pedagogia.
Meraki: e per poter raccontare il territorio?
Penso che per poter raccontare un territorio, anche se è il proprio, bisogna prima aver modo di conoscerlo a fondo, coinvolgendo chi vi opera, ma anche chi ci ha vissuto, chi lo ha studiato e chi attualmente ci vive esprimendo un proprio talento. In quest’ottica rientrano, ad esempio, i due eventi che Meraki ha promosso alla fine dello scorso anno. Il primo evento è stato la presentazione della pubblicazione di Vincenzo Zocco che ha riscoperto una storica opera di un nostro illustre concittadino, Nicolino Zocco. Il secondo evento è stato la presentazione del cortometraggio d’esordio del duo palazzolese degli Enigmatici, “The Dance of Death”, che ha riscosso anche qualche riconoscimento internazionale.
Quali sono le vostre intenzioni?
Ovviamente la nostra intenzione non è quella di fermarci al territorio palazzolese. Abbiamo, infatti, intenzione di proporre attività culturali in senso più ampio, dagli spettacoli musicali e teatrali ad attività legate al mondo della cultura popolare o all’archeologia pubblica. Ed anche attività legate alla letteratura, all’audiovisivo e al documentarismo, pensando anche ad attività per i più piccoli. L’intenzione è sempre stata quella di cercare di innalzare sempre più l’asticella, coinvolgendo personalità e enti di primo piano e realizzando magari delle manifestazioni che potessero diventare ricorrenti.
Mi parli del gruppo Facebook denominato Palazzolo Cultura.
Il gruppo Facebook Palazzolo Cultura era stato immaginato come uno spazio, a costo zero, nel quale raccogliere e proporre le nostre attività. Tutto questo,anche, cercando di allargare l’accesso anche ad altre realtà palazzolesi che avrebbero dovuto utilizzarlo per promuovere e pubblicizzare vari eventi culturali. Con l’emergenza COVID e la necessità di restare in casa, abbiamo pensato di farne uno spazio in cui raccogliere contenuti culturali sparsi sul web. Abbiamo pensato di utilizzare contenuti tratti dagli archivi liberamente accessibili, dalle piattaforme che propongono legalmente film e documentari in streaming (solitamente gratuito), fino ai webinar e concerti accessibili direttamente da casa. Possiamo dire che, anche se lo abbiamo pubblicizzato poco, Palazzolo Cultura si è trasformato in un nostro piccolo progetto culturale.
In questo periodo particolare dove sono da evitare gli assembramenti, come organizzerà i prossimi appuntamenti culturali?
Sollecitati anche dall’assessorato alla cultura, che cerca sempre di coinvolgerci, stiamo programmando degli eventi per l’estate, che speriamo di poter annunciare al più presto, tenendo conto delle restrizioni attuali che ci hanno costretto a rivedere tutti i nostri progetti. Molte delle attività che abbiamo svolto o che stavamo progettando, infatti, hanno bisogno di assembramenti per considerarsi riuscite. Potremmo certamente pensare a utilizzare le videoconferenze per un certo tipo di eventi. Ovviamente non ci restituirebbero lo stesso effetto che comportano la partecipazione e il contatto con il pubblico. Di buono c’è che questo periodo ci ha concesso più tempo per riflettere. Quest’isolamento ci ha permesso di pensare a nuove idee che potremo sviluppare non appena torneremo alla normalità, magari in collaborazione con altre associazioni del territorio. Avevamo qualche progetto e qualche collaborazione già pronta prima della pandemia, che consideriamo rinviata solo temporaneamente.
Cosa state programmando come associazione?
Stiamo programmando attività legate all’audiovisivo, che ci auguriamo possano suscitare nuovo interesse per la nostra comunità. Palazzolo già da tempo è abituata a essere protagonista di servizi televisivi e set cinematografici. Con l’estate alle porte vorremmo anche dedicare uno spazio ai più piccoli, che consenta loro di dare sfogo alla loro creatività e alla loro fantasia. Prima della chiusura abbiamo accolto l’invito del Centro Studi Iblei, che intendeva radunare buona parte delle associazioni culturali del territorio nel Polo Culturale Ibleo. Il Polo intende favorire il dialogo e anche l’interscambio tra le realtà operanti nella comunità iblea. Stiamo attraversando un momento anomalo, inatteso e sicuramente molto complicato, ma sappiamo che, presto o tardi, passerà. Per questo siamo abbastanza fiduciosi che si possa ripartire al più presto. Noi ci faremo trovare pronti, magari già dalle prossime settimane.