Un palazzolese dimenticato e forse dai più non conosciuto è Padre Giovanni Calendoli, un inventore palazzolese dell’Ottocento. Il dizionario biografico degli italiani scrive su Calendoli: «terminate le scuole primarie, entrò nel seminario di Palazzolo, dove si dedicò prevalentemente agli studi teologici e filosofici, mostrando contemporaneamente vivo interesse ed attitudine anche per le scienze. Completato il ciclo degli studi secondari presso il seminario, per le sue doti oratorie fu inviato frequentemente in Inghilterra e a Parigi».
Padre Giovanni Calendoli: nota biografica
Nacque a Palazzolo intorno agli anni ’40 dell’Ottocento da Grazia Ferla e dal dott. Giovanni Calendoli, direttore di una sezione dell’Accademia del Progresso. Il nome di battesimo era Vincenzo. Padre Giovanni Calendoli abitava nella zona della chiesa di San Paolo. Egli era assiduo frequentatore della chiesa di San Domenico, cui era annesso il convento domenicano. Per questo motivo venne invogliato e soprattutto intuì che la sua strada era quella monastica dell’Ordine domenicano. Il nostro concittadino venne ordinato sacerdote in Corsica. Oltre agli studi umanistici e teologici Padre Calendoli si interessò delle scienze fisiche. La sua predisposizione in questo settore la impiegò “allo studio dei sistemi allora adottati nell’arte tipografica”, come dice Salvatore Aliotta, nel suo testo dedicato agli uomini di cultura palazzolesi della metà del ‘800.
Le invenzioni di Padre Giovanni Calendoli
Dice Aliotta di Padre Calendoli che “quando ancora era studente a Malta comunicò ad un amico il disegno di una Macchina Tipografica. Ancora giovane Padre Calendoli inventò una vernice, che da alcuni artisti venne valutata “un capolavoro di invenzione”. Ideò anche un “accumulatore elettrico del tutto originale”. La predicazione e la sua attività di sacerdote non lo ostacolarono nel proseguire gli studi riguardo la fisica e l’arte tipografica. Padre Giovanni Calendoli considerava le tradizionali macchine tipografiche assai lente, tanto che “al nostro domenicano nacque l’idea di meccanicizzare la composizione tipografica in modo da renderla più celere e meno difficoltosa”.
Nascita della Simultanea
Padre Giovanni Calendoli, studiando le macchine tipografiche del tempo, fu indotto a disegnare e costruire una macchina compositrice che egli stesso chiamò “La Simultanea”. Una spiegazione importante su questa macchina tipografica la possiamo trarre da un articolo pubblicato da Globe di ST. Paul del 1895, tradotto da Carlo Monaco e riportato in un suo articolo sul nostro personaggio in Studi acrensi, II(1984-1995).
Descrizione della Simultanea
L’articolo citato descrive “La Simultanea” in questo modo: “Si dichiara che con questa macchina si è capaci di comporre 50.000 lettere all’ora. La nuova macchina farebbe un lavoro equivalente a quella di 20 compositori”. In questa macchina tipografica “ci sono diverse ripetizioni delle stesse lettere, che seguono l’una a l’altra, come le ottave di un pianoforte. E come il pianista, il compositore può con un movimento toccare diversi tasti”, tanto da poter comporre diverse parole “con la simultanea applicazione delle dieci dita delle due mani”.
La realizzazione della Simultanea
I mezzi finanziari per costruire la sua macchina tipografica Padre Calendoli li ebbe dal napoletano Aniello Savarese. Iniziò i lavori a Milano, ma li poté concludere a Parigi. Il Gubernale-Apollo, nel suo Dizionario biografico degli uomini illustri, scrisse che Padre Calendoli “terminata la prodigiosa macchina, centinaia e centinaia di artisti, di scienziati, giornalisti, ingegneri, uomini politici corsero a stringere la mano al povero frate che ringraziava commosso”.
La diffusione dell’invenzione
La stampa francese del tempo mise in risalto l’importanza della macchina tipografica ideata da Padre Calendoli, tanto che il nostro concittadino ebbe numerose offerte da parte di importanti industriali, sia francesi che americani. Ma il sacerdote non volle accettare nessuna proposta, convinto di poterne ricavare personalmente maggiori profitti. Purtroppo un problema di cuore aggravò le sue condizioni di salute. Morì all’età di 54 anni nel 1897 in Francia. Per quanto riguarda la sua invenzione, purtroppo, non se ne seppe nulla. Forse persone non corrette si appropriarono dell’invenzione e la utilizzarono a loro beneficio.
Grazie a questo articolo ho avuto modo di conoscere una della storia di padre Giovanni calendoli.