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KOKÒstudio, in mostra le opere di Luigi Fatuzzo

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“Nato 2volte: la forma umana nello spazio” è la mostra che è stata inaugurata venerdì sera negli spazi espositivi di Kokòstudio in via Gaetano Italia 60 a Palazzolo. Si tratta di un’esposizione di opere di Luigi Fatuzzo che si potrà visitare tutti i giorni, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.

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Luigi Fatuzzo e la sua ricerca

Luigi Fatuzzo, in una perenne ricerca sulla forma umana, la plasma e la trasforma in un’infinita varietà di espressioni. Con gesto vigoroso, modella volumi che si dilatano e si contraggono, si avvitano su se stessi in un vorticoso balletto spaziale, o si raccolgono introspettivi, come conchiglie sulla spiaggia. Le sue opere sono il frutto di un dialogo intenso tra l’artista e la materia. Con pennellate audaci e segni incisivi, l’artista infonde nelle sue creazioni un’energia vitale, un’emotività intensa che vibra tra gioia e dolore, passione e malinconia. Il suo sguardo, umile e penetrante, si posa sulla realtà con delicata sensibilità, cogliendone l’essenza più profonda e l’immensità sconfinata.

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A presentare l’artista, dopo i saluti di Nicolò Scrofani padrone di casa di Kokòstudio è stato Fabio Messina che ha approfondito il tema, paragonandolo con Palazzolo, con il suo Carnevale, espressione del dionisiaco, ai mascheroni di palazzo Caruso, a cui molte opere somigliano. A spiegare le sue opere è stato lo stesso Fatuzzo, che ha sottolineato la ricerca espressiva che caratterizza la sua visione artistica, un percorso tra studio e memoria.

Le parole di Fatuzzo

“L’idea di realizzare un progetto sulla figura di Dionisio, nasce dal mio interesse per la mitologia greca e dalla scoperta della sua dualità – afferma. Dionisio nasce due volte, da Semele prima dalla gamba di Zeus poi. È sia divino che umano, quindi incarna perfettamente il grande desiderio di sconfiggere la morte. Dionisio è l’incarnazione della forza primitiva della natura e al tempo stesso di violenza e morte. È il dio dell’ambiguità e degli opposti, è colui che vuole salvare l’uomo dalla sofferenza e gli offre vino come linfa vitale e fonte di ebbrezza, lo stesso vino che per gli dei è nettare. Il tutto si traduce nel mio progetto in una pittura caratterizzata da un gesto istintivo, incisivo e graffiato, cancellando in maniera parziale le figure e “violentando” la loro forma originale.

Con i monotipi ho ideato tra matrice e stampa la doppia natura, per questo motivo la mia scelta di realizzare doppie copie di ogni opera. Con la scultura ho messo in evidenza il rapporto tra elementi differenti, utilizzando superfici lisce e ruvide, differenti tipologie di argilla, ferro e resti di animali. Questo progetto appartiene alla mia storia artistica e si proietterà all’infinito perché ha avuto inizio nella mia infanzia con colui che in famiglia è stato per me un grande mentore, che non a caso si chiamava Dionisio.

KOKÒstudio, in mostra le opere di Luigi Fatuzzo ultima modifica: 2024-09-14T15:34:48+02:00 da Federica Puglisi

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