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Lorenzo Maria Bottari in mostra a Palazzolo

BOTTARI

Presso lo Spazio San Sebastiano, curato da MIB-Mediblei è stata allestita una personale del maestro Lorenzo Maria Bottari che dopo otto anni torna a Palazzolo Acreide. La mostra dal titolo Popolare: realismo magico e lirismo fantastico in Lorenzo Maria Bottari è stata curata da Fabrizio Foti, architetto e docente SDS di Architettura e Patrimonio culturale all’Università di Siracusa e che ha scelto 20 opere che rappresentano un viaggio nella personalità ecclettica dell’artista. Il gruppo degli organizzatori di Mib-Mediblei che ricevettero Lorenzo Maria Bottari in visita alla galleria d’arte Spazio San Sebastiano lo scorso autunno si sono espressi così: «la sua intensa biografia, i suoi aneddoti di vita e i suoi incontri con i nomi più autorevoli del panorama artistico internazionale ci hanno appassionato, continuano gli organizzatori, non meno delle sue opere. Un’esplosione di vita che le tele non fanno niente per contenerla e, anzi la restituiscono con grande intensità attraverso i colori vivissimi che contraddistinguono la sua forza espressiva».

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Poesia e pittura: una stretta relazione

Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore Quasimodo, disse di Bottari: «Leggendo i testi di Lorenzo e conoscendo le sue opere pittoriche, pensai al famoso motto di Orazio “ut pictura poesis” cioè “Come nella pittura così nella poesia”, nel senso che la poesia è come un quadro. Uno degli aspetti dell’opera di Bottari che all’inizio della nostra amicizia mi aveva colpito, dice ancora Alessandro, era il suo approccio lirico nel tradurre in arte visiva alcune poesie di mio padre. La sua capacità di trovare in queste liriche una chiave di lettura personale, proveniente da un mondo che Lorenzo si porta dentro e che costituisce l’energia vitale di base». Lo storico dell’arte Antonio Miredi parlando di Lorenzo e delle sue opere dice che “le mitizzazioni di quasi tutti i suoi lavori pittorici sono sempre partiti da ricordi infantili. Sogni realizzati o pronti per essere catturati, desideri di colori e di forme carichi di esuberanza di vita”. L’artista Lorenzo Maria Bottari come sempre gentile si è messo a disposizione per rilasciarmi un’intervista e che ringrazio amichevolmente.

La mostra si intitola: Popolare: realismo magico e lirismo fantastico in Lorenzo Maria Bottari. Mi spieghi cosa significa per Lei “Realismo magico” e “Lirismo fantastico”.

Il titolo non è stato scelto da me.  Ma se Fabrizio Foti, il curatore della mostra, ne ha tratto queste significati mi fa piacere, perché l’artista, qualsiasi sia la sua espressione artistica, deve regalare delle emozioni a chi rende partecipe delle sue creazioni, altrimenti non è arrivato al suo scopo, anche se personalmente non mi pongo certi traguardi.

È stata allestita da Fabrizio Foti, architetto e docente di architettura a Siracusa. Foti ha detto di Lei che “Nell’opera pittorica di Bottari sono raffigurate le esperienze personali di una vita da flaneur a contatto con personalità della cultura e delle arti, con luoghi e stili letterari e artistici”. Mi spiega e mi racconta un po’ questo suo mondo variegato?

Malgrado la mia provenienza da una famiglia povera, ma ricca di spirito, ciò non ha fatto di me un depresso, perché ho saputo cogliere lo spirito del ragazzo di 18 anni che ha capito che il mondo è grande e, a volte, i giovani devono provare ad andare incontro al mondo che li accoglie e che ha bisogno di questa energia e linfa fresca. Ho avuto il privilegio di aver incontrato e il piacere di conoscere personaggi, come per esempio De Chirico, che non è stato proprio accogliente, ma si impara anche da questo. Il contrappeso della conoscenza di un maestro come Corrado Cagli, mi ha stimolato a sviluppare molto di quanto ho scoperto nel divenire. Renato Guttuso, forse al momento giusto mi ha reso più popolare, attraverso la sua presentazione “alla cartella sulla Cattedrale di Palermo”, avvenuta alla Galleria Schettini, una grandissima e importante galleria di Milano, nel 1980. Poi mi ha donato la sua schietta amicizia che per un giovane, un supporto di questo livello, non ha prezzo. In seguito gli incontri sono stati tanti da Ibrahim Kodra, il più importante artista albanese che ho frequentato dal 1974 al 2006, anno della sua morte. Anche lui è stato un amico e un maestro pieno di consigli, che un giovane come me ne aveva di bisogno. E poi gli incontri con Ernesto Treccani, Remo Brindisi, Enrico Bay, Giuseppe Migneco, Mario Bardi… L’elenco è lunghissimo; e anche con il mondo della fotografia. Grazie a Sandro Paternostro che mi ha presentato Angus Mc Bean, un fotografo inglese surrealista, è nato l’incontro “Angus Mc Bean e Lorenzo Maria Bottari – Dialogo tra fotografia e pittura”. E non solo con Angus ma anche con Astrid, nota fotografa belga, e tanti altri che mi hanno fotografato.

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Riguardo la sua tecnica, cos’è per Lei il colore?

Il colore è la linfa che aiuta i miei disegni, o segni, a concretizzarsi su carta, su tela e su tutte le materie dove viene in luce ciò che le mie mani hanno creato al momento. In tanti anni che ho esposto le mie creazioni, da tante persone ma anche da critici d’arte mi sento dire, spesso, che la mia cifra espressiva,  oltre il segno, il colore ha una forte attrazione; essendo un pittore non credo sia una nota stonata.

C’è un filo conduttore tra le opere esposte in mostra?

Il filo conduttore tra le opere in mostra ci deve essere necessariamente, specialmente qui a Palazzolo, dove si evince il gioco delle architetture, a seconda del momento che vivo, con tutti i miei animali inventati o come conseguenza di visioni dell’umano e della natura; poi credo che la linea di unione, nella scelta delle opere, in questo caso, l’ha definito Fabrizio Foti che ha scelto le opere, il curatore è questo che deve fare: stabilire il filo conduttore.

La sua pittura risente dell’influsso di pittori famosi o comunque di correnti e stili pittorici?

Ovviamente un artista risente dell’influenza di ciò che studia, legge, gli artisti che si avvicinano alla propria essenza, nel mio caso Picasso, Chagall, Matisse e tanti altri che ho incontrato. Oltre la fantasia mi hanno regalato stimoli e spinte a non annoiarmi, per crescere. Questi artisti non li ho conosciuti personalmente, ma sono stati per me dei riferimenti importantissimi.

L’incontro con Alda Merini e Quasimodo è stata determinante anche per la pittura, oltre che per la poesia?

L’incontro con Alda Merini è stato soltanto casuale. Ero stato eletto presidente nel 1991 di un’associazione milanese “Multiart” e Alda Merini frequentava questo spazio culturale. Devo dire che non mi aspettavo dopo il primo incontro che la nostra conoscenza diventasse amicizia Lei agevolò la nostra frequentazione aiutandomi ad erudirmi alla poesia ermetica di Salvatore Quasimodo, che lei ha conosciuto molto bene. Dopo anni, quando vide i miei lavori pittorici sulle liriche di Quasimodo, Alda mi disse: «E allora quando fai qualcosa con le mie poesie?». Era il 1999. Infatti in seguito senza dirle niente cominciai a realizzare alcuni dipinti sulle sue poesie; in effetti son passati degli anni perché la mia procreazione è lenta e a volte sofferta, come è giusto che sia. Ne parlai ad Alda e le feci vedere alcune foto, la sua felicità la espresse dicendo a un mio amico, Andrea Rissignolo che aveva desiderato conoscerla: «scriva!». E Lei dettò quello che doveva essere un’introduzione riguardo la mostra. Rimasi incredulo nel sentire che Alda mi aveva definito “pittore angelico” e qui capii l’affetto vero che lei nutriva nei miei confronti. Al sentire le parole di Alda non mi accorsi che l’emozione mi inondò e piansi senza accorgermi di ciò.

Dopo aver letto il libro “Dentro le quinte”, sono rimasta sorpresa nel constatare con quanta delicatezza e dolcezza Lei si esprime attraverso la poesia e la sua arte. Le chiedo: ha nel cassetto altri brani poetici non pubblicati? Mi piacerebbe qualcosa su Palazzolo.

Si, ancora ho tanti scritti che non hanno preso forma in un libro. Se ci sarà tempo spero di far venire alla luce altri miei testi inediti. Poi ritornando a Palazzolo ho scritto questa nota:

Mio Fratello Salvatore sentiva/l’amore per la sua bella Maria,/ma ogni tanto ricordava la famiglia lontana;/il penultimo sono di dieci, e il più piccolo dei maschi/così venivo invitato e sin dai quattordici anni,/spesso diventavo palazzolese e così,/tanti akrensi, mi credono, tutt’oggi./La barocca Palazzolo, UNIFEC riconosciuta,/l’amore per questo lembo di terra, in me cresceva,/a volte definito ingiustamente un borgo,/dove il teatro greco, arcaimente ritorna,/grazie a tanti musici e teatranti,/orgoglio a far rivivere i suoi miti e i suoi dei.

Attraverso i versi “Ti ho creduto eterna” e “ci incontreremo” lei svela il suo credo. Potrebbe approfondire questo concetto?

“Ti ho creduta eterna” è una poesia, una nota poetica che io dedicai a mia madre. Donna generosa ed eroica, che in silenzio malgrado i tanti sacrifici riusciva a trasmettere l’amore per tutti noi, perché rimase vedova giovanissima, e sicuramente non è stato semplice portare avanti questo grande carro di vita, cioè portare avanti dieci figli. Molti pensano a raccomandazioni ed altro, ma io quello che ho raggiunto, è stato per i miei sacrifici. Ho avuto coraggio, passione e rispetto per quello che faccio.

È stato l’amore ricevuto dai suoi genitori a creare la sua straordinaria capacità espressiva, sia nelle poesie che nei quadri che toccano i cuori e commuovono?

Malgrado qualcuno in famiglia non vedeva di buon auspicio questa mia missione di credo artistico, ugualmente io presi coraggio e partii per Firenze a diciotto anni, assieme a quell’incoscienza che mi ha portato fino ad oggi.

La mostra e Mib-Mediblei

A Palazzolo la mostra terminerà giorno 28 aprile, grazie a Mib-Mediblei e all’architetto Fabrizio Foti che hanno organizzato quest’evento. Si ringrazia per il reportage fotografico Niccolò Scirpo che cura, in qualità di fotografo, tutti i vernissage dello Spazio San Sebastiano. Ringrazio personalmente l’artista Lorenzo Maria Bottari per avermi rilasciato l’intervista.

L’artista sarà presente giorno 27 e 28 a Spazio San Sebastiano per salutare i palazzolesi.

Lorenzo Maria Bottari in mostra a Palazzolo ultima modifica: 2024-04-19T18:42:01+02:00 da Luisa Itria Santoro

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