Nel 2015 è stata pubblicata un’ Agenda del Val di Noto (Morrone editore, 2015), grazie all’architetto Santi Rametta. In quell’anno, Santi, presidente del Lions club sezione di Palazzolo, ha voluto pubblicare quest’agenda che riguarda le Architetture delle Val di Noto. L’agenda è “utile per annotare gli impegni quotidiani e per ricordare il magnifico luogo in cui viviamo, che non sempre osserviamo nella giusta maniera a causa dello scorrere frenetico del tempo”.
Architetture del Val di Noto
Il Val di Noto offre pregevoli prodotti artistici a chi ne vuole godere. La storia ci tramanda che è stata patria di molti popoli: sicani, fenici, greci arabi, normanni, bizantini. Quindi “conoscere la natura, dice Santi, la geografia, la storia, la cultura, l’arte, l’architettura, i costumi, il folclore è un contributo per viverla al meglio”. Dal terribile terremoto del 1963 nacque una produzione artistica elaborata con elementi fantasiosi e ricche di dettagli sia di ispirazione classica, sia con colonne tortili ispirati al particolare momento, sia con putti e animali apotropaici. Tutti elementi scolpiti sul calcare locale.
Architetture del Val di Noto: I Club Lions
I Lions di Noto, Palazzolo Acreide, Scordia, Palagonia, Modica, Ragusa, ed altri nel 2009 hanno sigillato a Caltagirone un protocollo d’Intesa per vigilare e salvaguardare il patrimonio artistico, ma anche per favorire la conoscenza di queste città nel mondo. Lo scopo era anche quello di promuovere uno sviluppo turistico, sociale ed economico.
L’Architettura a Palazzolo Acreide
Bruno Zevi dice che “La pittura agisce su due dimensioni, anche se può suggerirne tre o quattro. La scultura agisce su tre dimensioni, ma l’uomo ne resta all’esterno, separato, guarda da fuori le tre dimensioni. L’architettura, invece è come una grande scultura scavata, nel cui interno l’uomo penetra e cammina”.
La chiesa di San Michele
Esempio di architettura palazzolese è, fra le altre, la chiesa di san Michele. La facciata, progettata dal Ferrara e intagliata con la collaborazione del La Ferla, è originale, perché nasce dalla fusione di intuizioni classiche e con temi moderni. Il Ferrara pensa di riutilizzare il passato per interpretare il presente. Santi Rametta dice che questa chiesa “fu progettata fino al primo ordine, largo quanto le tre navate, dove si apre il portone d’ingresso con ai due lati le finestre”. Una novità in questa chiesa è l’utilizzo di elementi decorativi nei capitelli delle colonne ricche di foglie che sembrano foglie di palma di derivazione egiziana al posto delle usuali foglie d’acanto.
L’Agenda
È un percorso fotografico che mette in rilievo le bellezze dei monumenti anche palazzolesi. Il Val di Noto non è solo un luogo da osservare, ma anche da vivere in tutte le sue bellezze naturali e manifestazioni culturali. Le architetture che vi si trovano “si rivelano nel fantastico acquerello dell’arcobaleno del conosciuto e perfino ancora in quello inesplorato”.