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Giuseppe Raudino e la sua storia in Olanda

Giuseppe Raudino, professore a Groningen ci raccontalasua storia

Ho conosciuto il professore Giuseppe Raudino ad un corso online di giornalismo. Corso che ho frequentato con molto interesse. Il professore Raudino è di Siracusa ma vive in Olanda, a Groningen, dove insegna all’Università di Scienze applicate. Paolo Giansiracusa, storico dell’arte, ha detto di Giuseppe Raudino: è uno studioso attento alle problematiche storico-artistiche e antropologiche dei popoli del Mediterraneo. Ho intervistato Raudino.  Mi ha parlato di sé, di Palazzolo e della situazione del  Covid19 in Olanda.

Prof. Giuseppe Raudino, lei è originario di Siracusa. Mi può parlare di sé?

Ho scritto il mio primo articolo a diciassette anni. Andai nella redazione di un quotidiano locale siracusano per consegnare un comunicato e venni invitato a scrivere. È stato un caso. Mi piaceva scrivere ma non pensavo ancora al giornalismo o allo studio dei mass media. L’anno successivo mi trasferii a Siena per frequentare l’università, ma continuai a collaborare con diversi periodici locali siracusani e cominciai a scrivere anche per dei quotidiani senesi. Ottenni l’iscrizione all’albo dei giornalisti poco più che ventenne, mentre ero ancora uno studente universitario. Mostrai tutto fiero il tesserino nuovo di zecca al mio professore di Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico, che mi sorrise compiaciuto per avere un “collega” tra i suoi allievi.

Giuseppe Raudino abita a Groningen autore della foto:Hans Ravensbergen
Giuseppe Raudino abita a Groningen. (fotografia di Hans Ravensbergen)

Prof. Giuseppe Raudino dopo la laurea dove ha iniziato a lavorare?

Dopo la laurea sono rientrato per un paio d’anni a Siracusa, facendo televisione e accettando un incarico d’insegnamento offertomi dall’Accademia di Belle Arti per volere del professor Paolo Giansiracusa. Ancora una volta, un caso, una generosa offerta proveniente da qualcuno che vedeva in me delle potenzialità. Sono stati momenti di grande formazione: incontravo studenti, mi confrontavo, imparavo da loro e loro imparavano da me. Poi è arrivato il momento di esplorare nuove opportunità all’estero.

Mi può raccontare il suo percorso lavorativo che lo ha portato in Olanda?

Non era facile per me trovare una dimensione adeguata alle mie aspirazioni in una città come Siracusa. A quel tempo avevo due sogni: scrivere romanzi e proseguire con la carriera di docente. Ho messo in pausa il primo e mi sono dedicato al secondo. L’Olanda mi ha offerto molte opportunità, soprattutto l’indipendenza economica: tutto, qui, è commisurato alla fatica, alla dedizione, alle responsabilità e al diritto. Ho cominciato con un contratto di tre mesi per supplire un docente in aspettativa e alla fine mi hanno tenuto con loro.

Giuseppe Raudino presso quale Università lavora?

Lavoro in un dipartimento internazionale all’Università di Scienze Applicate di Groninga (Hanze University of Applied Sciences of Groningen), per cui tutte le lezioni sono tenute in inglese. Ricordo che all’inizio i miei giovani studenti erano molto più sicuri di me nel parlare questa lingua: l’ammirazione che avevo per loro mi ha spinto a migliorarmi, a studiare di più. Insomma, il maestro che paradossalmente supera l’allievo.

Giuseppe Raudino a Groningen(autore Zachtleven Fotografie)
Giuseppe Raudino abita a Groningen dove insegna teorie e tecniche del linguaggio giornalistico (autore foto Zachtleven Fotografie)

Giuseppe Raudino riguardo la scrittura creativa si sta orientando verso il mondo editoriale?

Quanto alla scrittura creativa, sono tornato a puntare al mondo editoriale da qualche anno, pubblicando un romanzo di segreti e amicizie ambientato tra Siracusa e Malta (Mistero nel Mediterraneo, Genesis Publishing) e un altro romanzo che racconta l’intima relazione di due personaggi capitati a Cipro, isola nella quale tentano di riavvicinarsi viaggiando sul filo dei ricordi in un clima di turbolenza politica e culturale (Stelle di un cielo diviso, Polidoro Editore).

Il legame con Palazzolo riguarda i fratelli Rovella, specialmente Turi. So che ha vinto il premio Rovella tanti anni fa. Ne potrebbe parlare?

Ogni edizione del concorso promuoveva la lettura di un nuovo romanzo di Giuseppe Rovella. L’anno in cui partecipai io toccava a L’Angelo e il Re. Si trattava di scrivere un saggio critico sull’opera in questione e io ne analizzai alcuni aspetti a cavallo tra il religioso e il mistico. Tutta la scrittura di Giuseppe Rovella è una tensione verso il mistico, a pensarci bene. Turi, fratello di Giuseppe, aveva ereditato questa tensione, facendola completamente propria e trasferendola nella poesia, mezzo che usava per sondare gli abissi dell’animo umano e il rapporto con la divinità attraverso un Amore idealizzato e totalizzante. Eravamo amici, io e Turi: ci incrociavamo ai soliti ritrovi, ovvero certi caffè siracusani, tra viale Teocrito, Corso Gelone e Ortigia. Si chiacchierava di cultura e di politica, senza riuscire a capire dove finisse la prima e dove cominciasse la seconda.

Giuseppe Raudino amico di Turi Rovella poeta
Giuseppe Raudino è stato amico di Turi Rovella poeta

Nella città in cui lei abita cosa è successo durante la prima fase del Covid19?

Il pragmatismo degli olandesi e l’alta considerazione per la libertà personale hanno spinto il governo a non imporre un severo lockdown come in Italia. Ognuno era invitato a lavorare da casa il più possibile e la mia università si è subito adattata – con successo, devo ammettere – digitalizzando tutte le attività. I bar e i ristoranti e le scuole sono stati chiusi; i negozi sono invece rimasti aperti e libera è rimasta la circolazione delle persone, invitando al senso civico, alla moderazione e alla responsabilità individuale dei cittadini. Sembra aver funzionato: senza bloccare l’economia, i ricoveri in terapia intensiva e il numero dei decessi sono in diminuzione costante.

Come le è sembrata la reazione dell’Olanda e dei suoi abitanti nei confronti del virus, sia nella prima fase che nella seconda fase?

Appena hanno capito che la situazione era seria, hanno seguito le disposizioni del governo. Di solito gli olandesi tendono all’ottimismo e di conseguenza sottovalutano un po’ i rischi. L’apparato burocratico però è molto efficiente, e le politiche di welfare proteggono efficacemente le fasce più svantaggiate della popolazione, per cui nessuno ha vissuto drammi per mettere il cibo a tavola. È vergognoso sentire che in Italia l’Inps tardava a sostenere molti lavoratori che si sono ritrovati in cassa integrazione solo perché alcune regioni non comunicavano i dati tempestivamente. I siciliani sanno bene come sono andate le cose da questo punto di vista, perché lo hanno sperimentato sulla loro pelle.

E gli Olandesi?

Tornando a dove abito io, gli olandesi sono un popolo molto operoso ma che sa godersi il tempo libero in spensieratezza, al contrario di altri popoli che amano lavorare giorno e notte; la crisi causata dal Coronavirus ha un po’ intaccato questa spensieratezza ma, tutto sommato, mi pare che non si siano lasciati guidare dall’isteria.

In che cosa è cambiato il suo lavoro in questo periodo?

A dire il vero, ben poco è cambiato, perché nel secondo semestre mi stavo dedicando solo a una dozzina di tesi da seguire come relatore, per cui non avrei dovuto trovarmi in aula. L’unica differenza è che conduco i colloqui con i miei studenti laureandi attraverso video conferenze anziché di persona. Per quanto riguarda la scrittura e i romanzi, non sto scrivendo in questo periodo, ma avrei potuto farlo benissimo, se ne avessi avuto voglia.

Nella seconda fase quali provvedimenti sono stati presi per riprendere le attività nella sua città?

Come dicevo prima, i negozi non sono mai stati chiusi. I ristoranti potevano sempre preparare delle pietanze da asporto, ma presto riapriranno le terrazze e sarà possibile cenare all’aperto. Gli sport individuali sono permessi e i bambini possono anche praticare sport di gruppo. Le scuole riaprono prima della pausa estiva e si prevede di tornare alla quasi normalità dopo il primo di settembre. I grandi eventi e i grandi concerti rimangono proibiti.

Non appena sarà possibile pensa di poter venire a Palazzolo dove immagino avrà dei ricordi?

Certamente verrò con piacere. Non vedo l’ora. Spero che sia presto. La prima tappa sarà una pasticceria: potrei nominare la più famosa, ma farei un’ingiustizia a tutte le altre, perché penso che qualunque bar palazzolese offra eccellenti prodotti gastronomici. E poi, dopo una lauta colazione, potrei volentieri gironzolare per il corso principale, ammirando le facciate dei palazzi o visitando le meravigliose chiese per riempirmi gli occhi di bellezza. Come era solito dire Turi Rovella, per apprezzare veramente la poesia ci vuole la pancia piena. È un’arte nobilissima la cui fruizione non deve essere distratta da basse pulsioni, come la fame. Prima ci si libera in un modo o nell’altro dei bisogni primari e poi ci si dedica con serenità allo spirito. Ma, forse, Turi questo non lo credeva davvero ed era solo una scusa per offrirmi sempre una generosa granita o organizzare un’abbondante schiticchiata.

Giuseppe Raudino e la sua storia in Olanda ultima modifica: 2020-05-13T11:00:35+02:00 da Luisa Itria Santoro

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