Domenica 2 aprile 2023, nell’ambito della rassegna Riflessi: riti del passato e immagini del presente, ideata dall’Associazione Meraki di Palazzolo Acreide, sarà presentato il film di Francesco Di Martino intitolato All’aria stu gioia-L’uomo vivo. L’evento, inserito nella settimana dei Riti pasquali, si terrà presso il Museo delle Tradizioni Nobiliari (via Roma, 231) alle ore 19.30 ed è patrocinata dal Comune di Palazzolo Acreide e dal Sistema Rete Museale Iblei. Il documentario è la rappresentazione del Gesù risorto che si svolge ogni anno a Scicli. É un simbolo della identità comunitaria di Scicli l’uscita della statua settecentesca di Gesù risorto, realizzata dallo scultore Benedetto Civiletti. Sarà un’occasione rara e particolare assistere alla visione del documentario che rappresenta riti del passato e riti di oggi. Siamo tutti invitati ad assistere ad un lavoro realizzato con tanta passione dal fotografo-regista Francesco Di Martino.
Francesco Di Martino
Il regista Francesco Di Martino, inizia il suo percorso da fotografo. La passione per la fotografia inizia a 7 anni, ma è a 17 anni che si appassiona con più vigore alla fotografia, quando comincia a scrivere e fotografare per un giornale locale. Inizia, infatti, a studiare le tecniche fotografiche leggendo libri e giornali di settore acquisendo quindi quella tecnica che gli permette di diventare un fotografo eccellente. Collabora come foto-giornalista con “La Sicilia” e poi con “Il giornale di Sicilia” e “la Gazzetta del Sud”. Le sue foto sono apprezzate e vengono pubblicate anche in testate nazionali come “Cucina e Vini” (Alexandra Editrice s.r.l. Roma), “Il Manifesto”, “Il Corriere della Sera”, “Ansa Sicilia” e il quotidiano “Carta”, col quale collabora attualmente in maniera periodica.
Di Martino documentarista
Francesco inizia nel 2015 con il suo primo film: una Trilogia sulla Natura, dal Titolo “Gleno dove finisce la valle”. È un film documentario girato in Val di Scalve colpita, nel 1923, da un terribile evento: il disastro della diga del Gleno. Il lavoro prende spunto dal solco lasciato da quel vortice di fango per raccontare la vita delle persone che oggi abitano questi luoghi. In seguito un nuovo documentario Scampia Felix, nato da un’idea di molti anni fa da Felice Pignataro e il Gridas (Gruppo risveglio dal sonno) che iniziarono a realizzare un carnevale di quartiere. Carnevale voluto come “occasione di manualità” e per stabilire un rapporto tra scuola e territorio e tanto altro. Di Martino vinse il Festival internazionale del documentario della Montagna e quello del film di Bergamo con il film “Gleno, dove finisce la valle”. Ha vinto anche altri premi grazie ad altri documentari.
Riti pasquali: All’aria stu gioia-L’uomo vivo.
Le parole che gli sciclitani usano per invocare il Cristo Risorto sono L’Uomo vivo. Il Gioia. Come traiamo dalla Sinossi del documentario, i portatori trasportano a spalla la statua del Cristo Risorto dalla chiesa di Santa Maria La Nova fino alla piazza, facendola oscillare a destra e a sinistra, e ruotandola su se stessa a grande velocità, incitati dalle urla degli astanti: Giò! Giò! Gioiaaa! È un’esplosione di gioia, un inno scatenato alla Vita, un movimento sfrenato di corpi che si accendono di una vitalità quasi primigenia. È simbolicamente una vittoria eroica che l’uomo si è preso nei confronti della Morte. Vi sono molti portatori della statua, ma Pietro, Franco, Angelo e Claudio sono considerati l’emblema, il simbolo rappresentativo di tutti gli altri portatori. Tra i protagonisti del documentario Vinicio Capossela-cantautore, polistrumentista italiano- che commosso ed emozionato dalla festa ha composto e dedicato un suo brano intitolato L’Uomo vivo (inno alla Gioia).
Riti pasquali: La manifestazione
“Abbiamo voluto fortemente questa manifestazione durante le feste pasquali, dice Fabio Fancello, presidente dell’Associazione Meraki, proponendo un audiovisivo che si adatta al momento, ma che apre interessanti riflessioni dal punto di vista antropologico e sociologico”. Sarà un incontro dai contenuti importanti, belli e piacevoli perché, dal parlato, dalla descrizione dei portatori e dalle immagini, possiamo trarre alcuni tratti salienti ed emozionanti di uno spaccato meraviglioso della nostra sicilianità.
